Doveva finire nell’Aprile del 2015 il mandato per la carica di sindaco per Gino Trematerra e invece finisce alle 19.30 del 12 gennaio 2012. Dopo la sua elezione ad europarlamentare, lo stesso ha scelto di optare per la carica del parlamento europeo, “liberando” quella, molto scomoda, di sindaco del comune di Acri, comunicando la sua decisione all’Ufficio elettorale centrale, presso la Corte di Cassazione.
Finisce, dunque, con un freddissimo comunicato che recita così: “Ho scelto il mandato europeo - dice Trematerra - per rispettare la volonta' del Parlamento italiano, che mi ha indicato sulla base del seggio in piu' che e' toccato all'Italia. A tempo debito mi dimettero' da sindaco di Acri”.
Erano molte le aspettative che c’erano dietro questa elezione, lo si è visto con l’alto numero di voti che l’oramai ex sindaco aveva ottenuto, al primo turno, ben 4862 preferenze con una percentuale del 33,6%, di contro Giacomo Cozzolino, aveva invece ottenuto 4821 con una percentuale del 33,1%.
Al ballottaggio erano 7053 i voti che la popolazione aveva attribuito a Trematerra con una percentuale del 57,2%, un vero plebiscito!
Quello che non si capisce è come mai ancora non si sia dimesso, dal momento che vige una incompatibilità tra le due cariche (clicca qui per leggere il testo integrale della legge sull’incompatibilità tra incarico di sindaco e mandato di parlamentare europeo).
La politica è una cosa molto seria e molto spesso capita che chi viene chiamato ad eseguirla fa di tutto per renderla incomprensibile. Un mio vecchio professore diceva sempre che “la politica è sempre far una scelta, e anche quando andate a comprare il pane fate politica”.
Orbene da quanto abbiamo appena citato, potremmo dedurre che queste dimissioni dovevano già esserci e invece se ne riparlerà, presumibilmente, per la fine di Febbraio, questo perché l’ormai ex sindaco ha a disposizione altri venti giorni per “ripensarci” e ritornare sulle proprie decisioni, ma, da quello che possiamo “presagire”, le intenzioni della maggioranza sarebbero comunque “abbastanza” chiare e andrebbero nella direzione di una procrastinazione dei tempi, per far si che non si vada a votare entro la fine di Maggio. L’intenzione quale sarebbe? Si metterebbero in campo tutte le strategie dilatorie (ricorsi) possibili, per allungare oltre i tempi utili e far slittare la data delle nuove elezioni.
L'intenzione dell'ormai ex sindaco Trematerra sarebbe quella di farsi dichiarare decaduto dal consiglio comunale e scongiurare l’arrivo del commissario e la data delle prossime elezioni.
La città da questo momento in poi ha bisogno di capire quali siano le reali intenzioni e, nello stesso tempo, vuole conoscere quale futuro, politico, si prospetterà.
Ai posteri, l’ardua sentenza…