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Scompare Angelo Rocco. Sindaco ed intellettuale. Il ricordo del sindaco Trematerra

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
Da martedì la camera ardente, allestita all’interno della sala consiliare di palazzo Falcone, è stata un via vai di cittadini, amici, semplici conoscenti ed esponenti politici di tutte le fazioni. In migliaia, quindi, a rendere omaggio alla salma di Angelo Rocco, già sindaco, deceduto dopo una lunga malattia all’età di 75 anni. Ma lunga e’ stata anche la sua intensa attività politica e sociale. Maestro di scuola elementare, Rocco a 27 anni prende la tessera del Pci diventando segretario della sezione di Acri centro. Era il 1967. Da allora una serie di incarichi politici ed istituzionali a livello provinciale, regionale e nazionale dai quali si è sempre battuto per lo sviluppo della città diventando, col tempo, un protagonista indiscusso della vita sociale e politica di Acri. Carisma, ideali, intuito, consenso popolare ma soprattutto coerenza hanno contrassegnato l’azione dell’uomo e del politico Angelo Rocco che non ha mai sopportato i compromessi.
E forse, anche per questo che nelle tre volte che ha occupato il ruolo di sindaco, (1978, 1984 e 1998), non gli è stato possibile portare a termine la legislatura. Il suo ampio consenso, difatti, non si è potuto mai tradurre in azione di governo a causa di divergenze all’interno del suo partito e della sua stessa maggioranza. All’età di 31 anni, Rocco entra per la prima volta nel consiglio comunale. Fu anche assessore e più volte consigliere comunale. Restò fedele ai suoi ideali, ovvero si collocò all’interno dell’area della sinistra acrese e subì, con poca soddisfazione, i mutamenti del Pci in Pds ma non aderì ai Ds ed al Pd. In occasione delle elezioni comunali del 2000, Rocco decise di scendere in campo con una lista civica “Ulivo per Acri” confrontandosi con il centro destra e con i suoi vecchi amici e compagni Ds.
Divenne consigliere comunale e per Rocco fu l’ultima apparizione istituzionale. Sarà ricordato anche come intellettuale. Nel 2009 viene alla luce il libro “Memoria e protesta” in cui racconta eventi, aneddoti e retroscena nel periodo politico e sociale acrese dal 1944 al 1989. Un testo dedicato alla moglie Maria ed ai figli Amalia e Giacinto. Rocco ha inciso sulla vita politica ed amministrativa della comunità e lascia sicuramente documenti e pagine di storia importanti che rappresentano anche riflessioni per le future generazioni. Oggi, dalle 11, è prevista la commemorazione senza rito religioso, per sua espressa volontà.
Bastava volgere lo sguardo nella gremita sala consiliare, per l’occasione allestita in camera ardente, per accorgersi che Angelo Rocco, tre volte sindaco ma anche intellettuale, era rispettato e stimato da tutti. Anche da chi non la pensava come lui, comunista incallito di fede berlingueriana. A dargli l’ultimo saluto, amici, conoscenti e tanti amministratori. Attuali ed ex. Tra loro anche chi, con Rocco, aveva avuto forti divergenze sul terreno politico. Come non sottolineare la presenza di ex primi cittadini come Armando Algieri, Nicola Tenuta, Elio Coschignano. Al capezzale anche la giunta comunale al completo, l’assessore regionale, Michele Trematerra, il presidente della Provincia, Mario Oliverio, i consiglieri regionali, Nicola Adamo, accompagnato dalla moglie Enza Bossio, e Carlo Guccione. Rocco, era laico ma rispettava e dialogava anche con il popolo democristiano e cattolico.
Prima di morire aveva espresso le sue volontà; una breve commemorazione senza rito religioso e conseguente cremazione ma anche il saluto del sindaco in carica e di un suo amico. Ecco, quindi, Gino Trematerra e Tullio Capalbo, a ricordare la sua figura; ”Rocco è stato un protagonista assoluto della vita politica e sociale – ha detto un commosso Trematerraper l’intera ultima parte del novecento. Ha svolto la sua attività di maestro elementare e di sindaco con passione, rigore morale e verbale, militanza e lotta senza scendere a compromessi. Si è battuto, non giammai per tornaconto personale ma per la comunità e questo gli garantiva un grande seguito. Egli è stato uomo di parte del suo partito ma ha saputo essere anche uomo delle istituzioni di tutta la città e per questo che Acri perde un pezzo importante della sua storia. Questa stessa città che oggi noi stiamo cercando di completare e costruire è ben salda democraticamente e civilmente anche per i mattoni che l’amico Angelo ha saputo mettere su nella sua opera di edificazione civile e democratica.

PUBBLICATO 12/01/2012

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