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Acritrasport, al via la protesta

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Da ieri i dipendenti della Acritrasport hanno incrociato le braccia e sono in assemblea permanente. Rivendicano il pagamento di ben undici mensilit Il Comune deve all'azienda qualcosa come oltre 700 mila euro, nonostante il recente mandato di pagamento di 50 mila euro. I 23 lavoratori in questione garantiscono il trasporto sul territorio comunale dei bambini che frequentano le scuole materna ed elementare e il trasporto e l'assistenza ai disabili. Da ieri i servizi sono bloccati, come gli stessi lavoratori hanno comunicato, in una lettera aperta ai genitori e a tutti i cittadini.
«Noi lavoratori della Acritrasport – scrivono – da oggi siamo costretti, nostro malgrado, a non poter garantire più il regolare servizio di trasporto scolastico e dei disabili, in quanto sono ben undici mesi che non riceviamo più il salario. Fino a oggi – prosegue la lettera – con enormi sacrifici personali e delle nostre famiglie e con grande senso di responsabilità per il delicato servizio reso alla collettività di Acri, abbiamo comunque garantito il trasporto scolastico e dei disabili, ma da oggi, proprio in considerazione della drammatica situazione attraversata da ognuno di noi, non siamo più nelle condizioni di poter provvedere nemmeno alle primarie necessità delle nostre famiglie e ci vediamo quindi costretti a dover bloccare l'attività anche perchè non abbiamo più neanche i soldi per poter raggiungere il posto di lavoro. La delicatezza del servizio da noi reso – scrivono ancora i dipendenti della Acritrasportimpone tranquillite serenità e quindi è facilmente comprensibile come in queste condizioni non sia più possibile espletare il nostro compito con la serenità necessaria, in quanto ognuno di noi è assillato da scadenze obbligatorie, come esposizioni bancarie, bollette in scadenza e quant'altro, oltre al sostentamento quotidiano della propria famiglia, che ci pone in una condizione di drammaticità assoluta».
Per questo, «chiediamo alla cittadinanza tutti di comprendere le nostre ragioni e di voler sostenere la nostra battaglia, che rappresenta per noi e le nostre famiglie il diritto elementare alla sopravvivenza».

Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 10-11-2011.

PUBBLICATO 10/11/2011

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