La Calabria ha dato molto al Corsera
Roberto Saporito
Il direttore del Corsera, a fine cerimonia, si è intrattenuto volentieri con noi. Direttore De Bortoli, quale'è il suo rapporto con la Calabria? Personalmente non ho un legame molto forte, mi reco qui solo per lavoro e per salutare qualche amico, i rapporti, invece, tra il Corsera e la Calabria sono solidi e duraturi. Se lei viene a via Solforino può ammirare una folta galleria di personaggi calabresi che hanno contribuito alla realizzazione del Corriere, ovvero un giornale del Nord che ha rappresentato sempre, però, le ragioni del Sud scrivendo quanto di buono questa terra ha donato all'Italia. In questo momento attuale con che occhio vede la Calabria, il Corsera? Cerchiamo di essere presenti e uno dei nostri obiettivi è quello dedicare anche alla Calabria, il Corriere del Mezzogiorno. In questa fase difficile constatiamo che i problemi che interessano l'Italia intera si acutizzano per le regioni del Sud e per la Calabria in particolare ancora alle prese con sviluppo ed occupazione. Non è certo un quadro positivo ma se deve esserci una speranza di crescita per il Paese, tale speranza non può non coinvolgere la Calabria. Ma qui il Pil resta basso, però. Occorre invertire subito la rotta perché è stato calcolato che se alcune regioni del Sud, si avvicinassero al Pil dell'Abruzzo, l'Italia farebbe un grosso passo in avanti in Europa. Ciò significa, quindi, che occorrerebbe investire di più in queste regioni. Investire, bella parola, si continua a non farlo? Accanto agli investimenti ci sono i problemi legati alla società civile, alle regole, alla criminalità organizzata, tutte questioni che preoccupano non poco e che possono impedire lo sviluppo e la crescita. Lei ha partecipato al dibattito su "giovani, quale futuro". Le nuove generazioni devono sentirsi preoccupate? Purtroppo la nostra è una società per vecchi e nessun governo ha mai fatto una politica per i giovani. Nello stesso tempo, però, se non riusciamo a dare speranza alle nuove generazioni, allora significa che non assolviamo al ruolo di cittadini di questo paese. E' come una famiglia che rinuncia all'educazione dei figli. Cosa succederà, invece, al governo italiano? La domanda è bella, peccato che non abbia una risposta. Di sicuro, nelle prossime settimane ci sarà un esaurimento di una fase storica, poi dipenderà da noi se ci sarà una svolta positiva o continueremo a precipitare verso il basso. |
PUBBLICATO 07/11/2011
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