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Premio Padula, consegnate le targhe

Rosanna Caravetta
Foto © Acri In Rete
Giuseppe Cristofaro, presidente della fondazione “Vincenzo Padula”, lo ha definito il momento più importante di tutto il premio. E non è stata affatto retorica la sua. L’incontro degli studenti, all’in terno della 5. edizione del premio nazionale “Vincenzo Padula”, con il regista Nanni Moretti ha avuto davvero dello straordinario. Accolto con una standing ovation al suo ingresso nella sala del cinema San Domenico, dove prima gli studenti hanno visto il suo ultimo capolavoro “Habemus papam”, Moretti si è subito messo a disposizione dei ragazzi lasciando loro la possibilità di intervistarlo, accettando di raccontarsi sia come uomo che come regista. «Sono state le mie esperienza da spettatore – ha spiegato Moretti – di produzioni cinematografiche troppo lineari e realiste a determinare, per contrasto, il mio modo di fare regia». Una regia, la sua, tanto straordinaria quanto essenziale, libera e mai lineare. Poi, guardando al potere politico attuale il “ge nio” del cinema italiano non ha usato mezzi termini. «Sono stufo di essere preso in giro come Italiano. La televisione non lo dice, ma l’Italia all’estero ha perso tanta credibilità perché non si è mai visto un paese ostaggio degli interessi di una sola persona. Quello che oggi la politica sta creando è solo un cumulo di macerie con cui dovremmo fare i conti per decenni».
Ma le critiche non sono mancate neanche per la sinistra sempre più “autolesiva”. Infine, circa il rapporto con i suoi personaggi Moretti ha spiegato che «non sempre le idee dell’autore stanno nelle parole recitate dal protagonista. Quello che scorre sullo schermo è, piuttosto, l’interpretazione della realtà da parte del regista».
Nel pomeriggio gran finale con le premiazioni. A condurre la giornalista Rai Monica Maggioni. Dopo i saluti del sindaco Gino Trematerra, dell’assessore regionale alla cultura, Mario Caligiuri e del presidente della fondazione Padula, Giuseppe Cristofaro, una tavola rotonda su “I giovani quale futuro”. Ne hanno parlato Maria Pia Ammirati, Luciana Castellina e Ferruccio De Bortoli. «Quella dei giovani è un’emergenza – ha affermato il direttore – ma non è mai stata all’ordine del giorno di nessuna politica. Sono pertanto i nostri giovani, che civilmente, dovranno ricostruire da soli questo paese. Io sono fiducioso». Per la Castellina si è invece spezzato il dialogo tra le generazioni che «manifestano una sorta di rancore nei nostri confronti solo perché noi siamo stati felici». «Viviamo in un mondo demitizzato – ha detto, invece, Maria Pia Ammirati in cui le nuove generazioni dovranno farsi posto con tenacia, cura e professionalità».
Quindi sul palco i membri della giuria tecnica del premio, assente il presidente Walter Pedullà, che dopo aver assegnato le borse di studio alle migliori recensioni degli studenti e i riconoscimenti speciali, ha proceduto con la premiazione delle categorie. Per la sezione narrativa, Maria Pia Ammirati con “Se tu fossi qui, Cairo”. Per la sezione saggistica, Luciana Castellina con “La scoperta del mondo, Nottetempo”. Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, premiato per la sezione giornalismo. Per la sezione narratori del nostro tempo ha ricevuto il premio Roberto Vecchioni. Infine, per la sezione Internazionale “Vincenzo Talarico” premio a Moretti.






PUBBLICATO 07/11/2011

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