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Crisi della politica e tracollo della sinistra ad Acri

Massimo Conoschia
Foto © Acri In Rete
Le ragioni di un tracollo possono essere molteplici e svariate; per analizzare a fondo quelle della Sinistra, particolarmente ad Acri, ci sarebbe bisogno di una disamina lunga e sicuramente tediosa nella forma scritta. Cionondimeno, un'analisi, per quanto fugace, va fatta.
Ritengo che Acri sia l'esempio di come il centrosinistra sia imploso: lotte interne, faide, doppiogiochismo l'hanno fatta da padrone.
Il PD merita un discorso a parte. Nell'ambito di un quadro generale di crisi, il PD acrese è crollato per ragioni tutt'altro che nobili: coloro che avrebbero dovuto occuparsi del suo sviluppo e della sua tenuta sono stati, per tempo, in tutt'altre faccende affaccendati, presi com'erano in una lotta - quella si personale e familiare - volta alla tutela del proprio orticello (carriere parentali, ambizioni personali miseramente svanite in una gelida serata di un febbraio nevoso etc).
Si potrebbe discutere a lungo di come alcuni dirigenti del PD, anziché sostenere l'Amministrazione precedente, fossero preoccupati di smontarne l'operato nell'ingenua convinzione che, segando l'albero su cui erano adagiati, potessero restare, contro ogni legge della fisica, magicamente sospesi. Mentre l'albero cadeva, c'era chi, non presagendo la catastrofe, si preoccupava di mercanteggiare con l'alta parte perseguendo un disegno perverso quanto folle. La sconfitta è stata cocente nonostante un' impari lotta combattuta lealmente da Giacomo Cozzolino, impegnato in una battaglia su due frondi, di cui quello interno sicuramente più insidioso.
Chi semina vento raccoglie tempesta. Ecco quindi che al voto regionale Il PD crolla ed una listina piccola, tirata fuori all'ultimo momento, diventa il terzo partito ad ACRI ed il primo del centrosinistra. Tutto questo, evidentemente, poco ha insegnato a taluni.
La Sinistra, ad Acri come altrove, ha una sola possibilità di rinascita, che passa attraverso un ricambio della classe dirigente, spazzando via personalismi ed interessi privati e familiari per far posto ad una politica di alleanze basata sull'omogeneità delle idee e dei programmi piuttosto che sullo spirito corporativo e sull'odio verso qualcuno.
Se a vincere saranno, come altamente probabile, i vecchi giochetti delle pseudotessere i cittadini sapranno, oggi come ieri, dare la risposta più adeguata.
Una noterella conclusiva: il sottoscritto non è mai fatto parte del PD e ne ha, fin dal suo sorgere, criticato le gerarchie e la politica miope che lo hanno condotto ai risultati attuali. In ultimo - non avendo mai ricoperto ruoli direttivi in alcun partito - nelle proprie scelte ha avuto il solo obbligo morale di rapportarsi ESCLUSIVAMENTE con se stesso e la propria coscienza, che non lo ha portato a sperimentare quello che Kant chiamava l'abisso metafisico tra l'essere ed il dover essere.

PUBBLICATO 30/10/2011

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