Esclusivo: saranno risolti i problemi energetici ad Acri...
Giuseppe Via
essendo da sempre sensibile alle problematiche riguardanti la tutela dell'ambiente, come uno dei fattori principali del benessere di un popolo, mi sento in dovere di intervenire sulla paventata eventuale costruzione di una centrale a biomassa, nel territorio di Acri. La mia intenzione è quella di stimolare una discussione al riguardo, per fare in modo che ciascuno possa liberamente esprimere il proprio pensiero con considerazioni e fatti così da rendere accessibile a tutti le informazioni al riguardo. Questo potrà aiutare a fare chiarezza sull'argomento, affinchè la pubblica opinione, in libertà e consapevolezza, possa positivamente influenzare, per il bene comune, le decisioni dei nostri amministratori. Come cittadino di Acri sono contento che il nostro sindaco e la giunta comunale si adoperano affinchè la nostra cittadina abbia accesso a fonti energetiche a costo sostenibile sia economico che sociale. Oggi l'energia costa troppo e questo frena lo sviluppo. E' neccessario trovare fonti energetiche alternative, che costino di meno, inquinino di meno e siano relativamente facili da realizzare e da gestire: una centrale a biomassa può soddisfare questi requisiti? Intanto, cosa indichiamo per "biomassa da centrale"? Semplice: 1) residui delle lavorazioni agricole; 2) scarti dell'industria agroalimentare; 3) reflui degli allevamenti; 4) rifiuti urbani selezionati, quali vecchi mobili, ecc; 5) specie vegetali appositamente coltivate per lo scopo, come piantagioni di pioppo; 6) legna da ardere. Nel territorio di Acri e in quelli limitrofi, abbiamo queste risorse? Certamente non possediamo una agricoltura che produca grandi quantità di materiale di scarto (residui della potatura, per esempio) infatti, la nostra è un'agricoltura marginale e di montagna. Non possediamo nemmeno grandi quantità di materiale di scarto delle industrie agroalimentari (magari l'avessimo). Non abbiamo grandi allevamenti di animali. Non abbiamo un ciclo di selezione dei rifiuti impiegabili. Non abbiamo grandi piantagioni di specie vegetali adatte allo scopo. L'unica cosa che abbiamo sono i boschi. Bene, si dirà: "abbiamo tanti boschi, quindi possiamo permetterci una bella centrale". Le centrali a biomassa sono nate in Svezia, dove esiste una grande industria del legno. Essa produce notevoli quantità di scarti di lavorazione del legno stesso (segatura, cortecce, rami). Tali scarti ponevano giganteschi problemi di smaltimento. allora qualcuno ha pensato di utilizzarli per produrre energia. Ma in Svezia non si distruggono i boschi per fare energia: là si "coltivano" e se tagliano un albero subito e piantano tre, così il ciclo ricomincia. Coltivare un bosco per produrre reddito non significa solo tagliarlo ogni 20 anni. E' necessario, invece, intervenire spesso per eliminare le piante malate, quelle cadute per vento o neve, i rami secchi e le sterpaglie: solo questa è la vera biomassa da utilizzare nelle centrali. Così come è conformato il nostro territorio, raccogliere rami secchi e sterpaglie avrebbe un costo proibitivo e non garantirebbe un costante approviggionamento. Non ci resta che una soluzione: tagliare gli alberi. Bene, finalmente sappiamo cosa fare! Ma quanti alberi sono necessari? Il conto è stato già fatto, per una centrale come quella che si vorrebbe ad Acri, con una potenza di 10 MW, necessita una quantità di legna ci circa 100000 (centomila!) tonnellate all'anno. Sapete quante sono 100000 tonnellate di legna? Sono all'incirca il carico di 5000-6000 Tir!. Già, cari concittadini, per fare funzionare la nostra centrale per il primo anno, dovremo disboscare la metà del nostro territorio; il secondo anno sarà disboscata l'altra metà, così che, al terzo anno non avremo più niente da bruciare e saremo costretti comprare "biomassa" da altri, a caro prezzo. Nel frattempo avremo distrutto il nostro ambiente. lo sanno anche i bambini dell'asilo nido che quanto si taglia un bosco aumenta il dissesto idrogeologico con conseguenti frane ed inondazioni (non ci bastano quelle che già abbiamo?). C'è un altro aspetto da considerare. Le motivazioni che spingono alla realizzazione di una centrale a biomassa sono altamente nobili: produrre energia con fonti non fossili, "rinnovabili" e non inquinanti. Ma è veramente così? Qualsiasi cosa bruci produce sì energia, ma anche ossido di carbonio e anidride carbonica. Però mi si potrà obiettare che la CO2 ed il CO prodotti dalla combustione del legno non inquinano perchè sono quelli che l'albero ha assorbito dall'aria nel corso della sua vita. Bruciando li restituisce all'ambiente ed il conto è pari. Ma non è esattamente così, infatti, un albero ci mette decenni per crescere d assorbe lentamente, negli anni i gas suddetti, invece con la combustione, li restituisce in poco tempo ed in elevate quantità. Purtroppo, oltre alla CO2 e CO, la combustione della legna produce altre belle sostanze nocive: esse sono state trovate nelle ceneri dei depuratori di fumi di queste centrali. Parliamo del Cadmio, del Cromo, del Rame, del Piombo e del Mercurio, tutte sostanze che fanno un gran bene alla salute. E' stato dimostrato che esse sono in quantità superiore a quelle degli impianti che funzionano a carbone. Qualche sapientone potrà obiettare che adesso ci sono i filtri che trattengono queste sostanze. Sì ci sono, ma la gestione corretta ed onesta di tali impianti è molto costosa e non mi meraviglierei che qualcuno, un giorno possa aprire il rubinetto e diperdeli nell'aria, così, tanto per risparmiare: le cronache giudiziarie ce lo dicono ogni giorno. Forse non tutti sanno che i suddetti filtri non servono a trattenere le cosiddet te "nanoparticelle". Esse sono delle sostanze tossiche con proprietà cancerogene che si formano alle alte temperature di questi impianti. Vanno liberamente nell'aria, poi entrano nei nostri polmoni e nello stomaco con il cibo coltivato in zona e fanno diligentemente il loro lavoro. Ma non è tutto, si sa che con la combustione si produce cenere e questi impianti ne producono molta: la nostra centrale ne produrrà per circa 600 -700 tonnellate all'anno. Essa è un rifiuto speciale e come tale va smaltito non in una normale discarica e ciò è molto ma molto costoso (naturalmente se si seguono le vie legali). A tutto questo ben di Dio (si fa per dire!) aggiungiamo quello prodotto dai 5000-6000 tir che scorrazzeranno per le nostre strade e non ci dimentichiamo degli escavatori e pale meccaniche che apriranno numerose piste nei nostri poveri boschi per caricare la legna. In italia siamo maestri nel cambiare il nome alle cose così che si ottiene lo scopo di diminuire il disagio che quei nomi suscitano: chiamare "centrale a biomassa" un inceneritore lo rende innocuo agli occhi degli sprovveduti. Dimenticavo, sapete quanta acqua è necessaria per un impianto del genere? Ci vogliono circa 150.000 m3 all'anno, e dove la prendiamo? Veniamo al dunque. Il comune non sarà in grado di gestire una centrale del genere e dovrà affidarla ai privati che, naturalmente, pensano solo al loro tornaconto e non al bene comune. I soldi dei fondi europei per la costruzione resteranno marginalmente ad Acri, perchè prendernno la via del Nord Italia (le ditte che costruiscono tali impianti sono tutte di là). Aumenterà l'occupazione? Sì, ci saranno molti nuovi boscaioli romeni (ad Acri solo pochi fanno questo mestiere) che poi manderanno i soldi in Romania. Per un pò di energia in più avremo: 1) distrutto tutto il nostro patrimonio boschivo ed i danni idro-geologici conseguenti; 2) depauperato le risorse idriche, per le grandi quantità di acqua necessaria all'impianto; 3) gravi danni alle risorse naturalistiche e paesaggistiche con conseguenti danni alle attività economiche correlate (agriturismi, agricoltura di qualità, prodotti tipici ecc.); 4) grave inquinamento da migliaia di mezzi pesanti che scorrazzano sulle nostre strade. 5) grave inquinamento dai fumi della centrale e dalle sue ceneri: Acri già vanta un non invidiabile primato per numero di persone ammalate di tumore, vogliamo incrementarlo di più? Cari concittadini, qualsiasi cosa bruci, fossile o non fossile, produce guai. Tanto vale fare una centrale a gas metano: inquineremmo di meno e salveremmo il nostro territorio dalla distruzione. Ma allora cosa fare? A questa domanda darò il mio contributo dettagliato più in là, con altro articolo. Speriamo che si apra un dibattito costruttivo tra cittadini degni di questo nome senza patrocini politici: siamo tutti nella stessa barca e dobbiamo tutti insieme remare per il bene di Acri. Io ho un solo nemico: l'ignoranza. Mi aspetto che non si faccia come quel signore che per fare dispetto alla moglie si tagliò le p.... ! Ringrazio anticipatmente chi mi darà ragione, ma sopratutto chi mi DIMOSTRERA' che ho torto. Dott. Giuseppe Via giuseppevia@alice.it |
PUBBLICATO 18/06/2011
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