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Stato di indifferenza...

Carmine Le Pera
Foto © Acri In Rete
La morte della democrazia non sarà opera di un assassino in agguato. Più probabilmente sarà una lenta estinzione causata da apatia, indifferenza e denutrizione. (Robert Hutchins)

Ebbene si,
fino a poco tempo fa era impossibile solo pensarlo, invece lo stato di indifferenza verso il mondo circostante ormai ha colpito buona parte della nostra collettività.
Uno degli ultimi esempi, può essere la chiusura del punto nascita dell'Ospedale "Beato Angelo" di Acri, per la quale i cittadini acresi hanno avuto un distacco tale che sembrerebbe che la chiusura fosse avvenuta in un'altra parte del mondo. Questo disinteresse provoca la quasi completa mancanza di una lotta civile, atta a difendere i giusti diritti dei cittadini. Questi diritti, sono regolati dall'articolo 32 della Costituzione Italiana, che sancisce la tutela della salute come "diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività", di fatto obbliga lo Stato a promuovere ogni opportuna iniziativa e ad adottare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute in termini di generalità e di globalità, atteso che il mantenimento di uno stato di completo benessere psico-fisico e sociale costituisce oltre che diritto fondamentale per l'uomo, per i valori di cui lo stesso è portatore come persona, anche preminente interesse della collettività per l'impegno ed il ruolo che l'uomo stesso è chiamato ad assolvere nel sociale per lo sviluppo e la crescita della società civile.
Quindi l'acrese deve intendere il diritto alla salute come un diritto inviolabile dato dai Padri Costituenti e per questo deve difenderlo.
La tutela di tali benefici, nel caso specifico deve passare dal non ri-dimensionamento dell'ospedale, dato le notevoli difficoltà, logistiche e viabili, che dividono Acri dai centri ospedalieri più vicini; per di più si creerebbero problemi a tutto l'indotto circostante che vede nella struttura sanitaria una fonte economica.
Chi scrive non si riesce a capacitare di questa stasi generale, perché la popolazione acrese si è sempre mossa per proteggere i propri diritti, invece adesso grazie ad un torpore dilagante si lascia il duro compito, della difesa dei diritti, ad altre persone non ben identificate. Questo stato di cose non darà nessun beneficio, ma porterà ad una lenta ed inesorabile perdita di alcuni benefici che una società moderna ha in tutti i paesi civili.
Se è un dovere rispettare i diritti degli altri, è anche un dovere far rispettare i propri.

PUBBLICATO 16/05/2011

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