Chi ha mai detto: Il pane non mi piace?
sac. Sergio Groccia
Mentre noi della ricca e opulenta Europa ( Se poi è davvero ricca) non ci si accontenta neppure di quello che abbiamo di superfluo, molta gente non ha garantito quello che è l'alimento essenziale per la sopravvivenza, cioè appunto il pane e il guaio è che non sempre lo avrà. Il pane mette tutti quanti d'accordo, appunto perché è alimento di fronte al quale nessun uomo oserebbe mai retrocedere e in nessun altro momento potremmo immaginarci tutti insieme e uniti (credo) se non in una mensa nella quale si condivide un po' di pane. Forse per questo Gesù, ad un certo punto del suo cammino con i discepoli ha voluto definire se stesso il "pane vivo disceso dal cielo". Appunto per paragonarsi al pane materiale che rende uniti a tutti gli uomini, ma soprattutto per dirci: "Se non mangiate di me, morirete". Gesù non è quindi soltanto un nostro amico, è anche il nostro cibo e noi non dobbiamo vergognarci a "mangiare di lui", cioè a pregarlo, seguirlo, imitarlo, a riferirci sempre a lui nelle nostre scelte specialmente nelle difficoltà. Insomma ad averlo sempre come punto di riferimento. Sempre nel paragone del pane, Gesù ha detto poi, quella sera triste prima della sua cattura, tenendo in mano un vassoio di pane azzimo "Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo…Fate questo in memoria di me". Poi, al termine del pasto, preso uno dei tanti calici che si usavano per contenere il vino nei lauti banchetti, disse: "Questo è il mio sangue"… Insomma diceva apertamente: "in questi elementi ci sono io"; "Io sono questo pane, e questo vino è il mio sangue che sta per scaturire dalla croce…. Mangiatene sempre, fino a quando il mondo non finirà! Ecco allora il secondo invito che ci rivolge lui: non soltanto assumerlo come riferimento spirituale; non soltanto imitarlo e seguirlo nella fede, ma anche mangiarlo. Proprio così: masticarlo! E noi questo lo facciamo (quasi) tutte le volte che il calendario appeso alla parete della nostra stanza segna una data in rosso: in quella circostanza ci si reca tutti nella chiesa parrocchiale o nel Santuario o Convento più vicino innanzitutto per incontrare altri nostri fratelli e vivere con loro un'ora di armonia in un giorno festoso, liberi da ogni pensiero e da ogni assillo che abbiamo lasciato a casa, quindi per condividere con gli altri l'ascolto della Parola di Dio che ci rinfranca e soprattutto la mensa di quella piccola particola di pane che contiene lui, il Signore Gesù che si fa mangiare da tutti noi. E così comunichiamo con Lui e fra di noi, realizzando l'armonia e la comunione. Sono molto soddisfatto poi nel notare che, terminata la celebrazione della Messa i ragazzi si intrattengono attorno al calciobalilla o ai tavoli da gioco della sala oratoriana della nostra chiesa: mi da' l'idea che la Messa Domenicale è un giorno festoso e gioioso e che la Comunione al corpo di Gesù ha realizzato l'incontro fra molti fratelli. Del resto perché Gesù ha avuto l'iniziativa di diventare per sempre il nostro pane? E' semplice, basta osservare quello che fece prima della Cena a Gerusalemme: si chinò e lavò i piedi ai suoi discepoli… Insomma fu il suo amore per noi a rendersi umile servo di tutti al punto da farsi anche nostro cibo. Il pane che alimenta e mette tutti d'accordo.
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PUBBLICATO 30/04/2011
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