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Mentre prendo un caffè…

Gaetana Falcone
Foto © Acri In Rete
Sono diventati così rari e remoti i momenti e i luoghi di buon incontro, che anche una veloce sosta, quale può essere quella del caffè del mattino al bar, può divenire preziosa. Lo diviene quando in quell'incontro, seppur fugace, incontri, appunto, magari un amico giornalista che manifesta e condivide il tuo stesso disagio: quello della malinconia del vuoto. Il vuoto che solo può creare l'assenza della parola come protesta, della parola come idea di condivisione, il vuoto di dialogo, che provocando costruisce.
Perché questo silenzio?.. E' consenso o rassegnazione? Condivisione o semplicemente paura?
Sì, l' amico giornalista amareggiato, mi ha detto proprio così "è una strana sensazione di paura".
Ma di cosa, mi chiedo. Di chi? E perché?
Non è un paese mafioso il nostro, grazie al cielo. Non c'è dilagante criminalità, grazie ancora al cielo e alla terra …
Timore forse di rompere pseudoequlibri , di far cadere apparenti facciate limpide e fiorite, per trovarvi dietro solo buio e rami secchi …
Un po' come la semplice ma efficace immagine della casa apparentemente linda, ma con tanta polvere sotto i tappeti!
Allora, visto che è primavera: Svegliamoci! Solleviamo questi tappeti e ripuliamoli.
E fuor di metafora, semplicemente: manifestiamo il nostro disagio, di donne, di uomini e di giovani che hanno bisogno di scambi culturali fecondi, che hanno bisogno di condividere idee nuove, in luoghi nuovi, pieni di forza e di rivoluzione.
"Nessuno vuole correre rischi. È un paese conformista, il nostro. Che si è oramai seduto sulle poltrone che occupa. Non ha grandi visioni né del futuro né del presente. Diciamo che sostanzialmente è un paese che tira a non perdere il posto", così scrive con giusto raziocinio, Giovanni Sartori.
Il mio sogno è che invece possiamo utilizzare il nostro tempo come strumento di crescita, per andare OLTRE, non come poltrona per sederci e guardare scorrere il mondo.
Perché non di sola lupara, di mitra o terremoti si muore … ma anche di RASSEGNATO SILENZIO.

PUBBLICATO 26/03/2011

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