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Scopelliti non tranquillizza.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
La visita del presidente Giuseppe Scopelliti ad Acri lunedì sera ha lasciato in eredità una scia di dubbi e interrogativi. Chi ha letto i giornali ieri e ha partecipato alla riunione del governatore con gli operatori sanitari in ospedale ha strabuzzato gli occhi. I giornalisti infatti hanno incontrato Scopelliti prima, anche perché la stampa era stata volutamente tenuta lontana dall’iniziativa. Il punto è che evidentemente nella riunione nessuno lo ha incalzato per sapere cose che Scopelliti nel suo intervento non ha detto. Chi c’era riferisce che sulla chiusura del punto nascita già fissata per il prossimo primo maggio il presidente della giunta regionale non abbia lasciato speranze. Questo ha invece detto ai giornalisti, anche perché costretto a rispondere a delle domande: in assenza di novità, il punto nascita di Acri chiuderà, anche se non del tutto. Infatti alle partorienti verrà garantita, per tutta la durata della gravidanza, la necessaria assistenza. Il parto verrebbe invece fatto altrove.
Vi potrebbero tuttavia essere delle urgenze e in questo caso il bambino nascerebbe ad Acri. Ora, per poter far questo è necessario che vi siano in organico figure come ostetrica, pediatra e puericultrice e che il nido funzioni. Cioè occorre mantenere almeno in parte l’attuale assetto. E questa è comunque una buona notizia, anche se non è certo il massimo del risultato. Ma, e lo stesso Scopelliti lo ha ammesso, si sta lavorando a un’altra possibilità che potrebbe far chiudere il punto nascita solo sulla carta: la stipula di una convenzione con l’azienda ospedaliera che faccia figurare quello di Acri come una sorta di distaccamento del punto nascita di Cosenza. Così è detta all’ingrosso, ma rende l’idea. Di questo, tuttavia, alla riunione non è stato fatto cenno.
E’ ovvio che se sarà possibile percorrere una simile strada occorrerà muoversi, perché bisognerà completare l’iter entro il primo maggio. Non sfugge a nessuno che una eventuale chiusura avrebbe moltissime possibilità di essere definitiva. In ogni caso, sulla vicenda il governatore è stato tutt’altro che chiaro e forse non avrebbe potuto esserlo. Resta comunque un dubbio: se alla riunione c’è stata questa netta chiusura, come mai nessuno ha protestato? Se per davvero il servizio così com’è sarà chiuso, questa sarebbe una sconfitta per molti. Per il sindaco Gino Trematerra, che ha sempre invitato ad abbassare i toni e nutrire ottimismo; per le opposizioni consiliari, che hanno assunto la consistenza di un ectoplasma, senza mai proferire parola; e per i cittadini, che in questa vicenda hanno dimostrato scarsa capacità di mobilitazione contro il pericolo di veder cancellato un servizio che in un territorio come Acri, la cui storia è costellata di lotte sacrosante, è tutt’al - tro che accessorio.

PUBBLICATO 17/03/2011

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