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Intorno al Peso Specifico della Zavorra.

Angela Maria Spina
Foto © Acri In Rete
DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E DISCALCULIA ovvero i Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) più propriamente i disturbi di quelle abilità considerate impropriamente solo scolastiche, che interessano lo specifico dominio di abilità come la lettura, scrittura, il far di calcolo; lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Tali disturbi sono determinati da un'alterazione neurobiologica che caratterizza la disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato. Specificità che non indicano un deficit d'intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici. Ma più propriamente Difficoltà che riguardano le capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. In questi casi il Leggere e lo scrivere che comunemente sono considerati atti semplici e automatici, risultano invece difficili faticosi e assai spesso frustranti, psicologicamente "pericolosi" perché causa di demotivazione e scarsa autostima in giovani,bambini così come in adulti. Il dislessico che può leggere e scrivere, riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica, come normalmente avviene e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, il più delle volte non impara. Nel nostro paese la dislessia è poco conosciuta, solo di recente la "disperazione" di genitori e insegnanti ha trovato compiutezza e riconoscimento, attraverso l'azione dell'Associazione Italiana Dislessia che offre consulenze gratuite indicando i Centri competenti a cui riferirsi a seconda delle Regioni. La recente approvazione di una Nuova Legge specifica della Dislessia la n. 170dell' 8 ottobre 2010 ha portato agli onori delle''informazione il tema specifico.
Ed era ora! Superfluo ribadire la indispensabilità dello screening, cioè la ricercaazionedi individuazione del disturbo, che dovrebbe essere condotta nelle scuole, da parte diInsegnanti sensibili e ancor più formati, soprattutto attraverso la consulenza di professionisti sanitari. Capita perciò di imbattersi in una lettura scorretta, un numero di errori commessi durante la lettura, magari di un incedere stentatamente lento del tempo impiegato nella lettura, oppure nella realizzazione di un testo scritto; tutto ciò indipendente sia dai disturbi di comprensione in ascolto, che dai disturbi di decodifica cioè di correttezza e rapidità del testo scritto, una scrittura ricca di errori caratteristici come l'inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d). il mancato apprendimento magari delle tabelline o di alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. La confusione nei rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni; lettura dell'orologio) la difficoltà a esprimere verbalmente ciò che si pensa e in alcuni casi anche alcune difficoltà nelle abilità motorie come allacciarsi le scarpe, o l'incapacità di prestare attenzione e concentrazione. Così come l'apparente disorganizzazione delle attività, in casa come a scuola, o la difficoltà a copiare dalla lavagna, a prendere nota delle istruzioni impartite oralmente; tutti disturbi specifici dell'apprendimento, assai comunemente diffusi e il più delle volte non prese in debita considerazione, ma tutte egualmente implicate in un impatto significativo e negativo sia nell'adattamento scolastico che nelle attività della vita quotidiana. Si calcola infatti, che il 3-4% della popolazione scolastica, più precisamente la fascia della Scuola Primaria e Secondaria di primo grado, ne è in qualche modo coinvolta.
La diagnosi è dunque un elemento essenziale, determinante, che prima si compie cioè viene effettuata - nella fattispecie da un equipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatra Infantile, Psicologo e Logopedista - e meno disagi comporta alle famiglie, meno costi di ricaduta avrà nella società intera. La Realizzazione di attività didattiche pedagogiche, per così dire mirate, avrebbe perciò l'indiscutibile capacità e valenza di potenziare tutte le abilità deficitarie, specie nell'età evolutiva. La valutazione diagnostica e il sostegno ai genitori e insegnanti è perciò pratica d'indubbia utilità, in grado cioè di evitare o per lo meno contenere, errori comuni come il :"non impara perché non si impegna" e l'attribuzione della causa a impropri "problemi psicologici", che il più delle volte determinano gratuite sofferenze e frustrazioni. Aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica della didattica a favore dei ragazzi dislessici, sono per altro già contenute nelle direttive Ministeriali (Prot. n. 4099/A/4), quali ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso della calcolatrice e/o del computer.
Provvedimenti che dovrebbero poter essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di Stato.Poiché i dislessici hanno un diverso modo di imparare ma comunque imparano, anche se in maniera un po' diversa dagli altri. Si tratta allora di Riconoscere e Accogliere realmente la "diversità"; parlare alla classe, non nascondere il problema; riconoscere e chiarire le diverse necessità dell'alunno dislessico e il perché del diverso trattamento; collaborare attivamente tra insegnanti per garantire risposte coerenti ai problemi. Attivare forme di comunicazione con genitori, famiglie, esperti e sensibilizzare a largo raggio, tutto questo sembrerebbe la nuova frontiera forse non tanto avveniristica del nuovo modo dell'insegnare, ma è più semplicemente un corretto approccio procedurale che definirei l'adeguata "presa in carico dell'altro" in un processo integrato, continuativo e duraturo con cui si garantisce una coordinazione di interventi che favoriscono non solo la riduzione dei disturbi ma anche l'inserimento scolastico, sociale e lavorativo nel più completo sviluppo e rispetto delle potenzialità dei singoli individui.

PUBBLICATO 01/03/2011

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