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Comunicato Stampa CGIL Acri sull'Ospedale di Acri.

CGIL - Acri
Foto © Acri In Rete
Dopo i vari proclami, da parte delle forze politiche, la CGIL dice la sua a proposito del P.O. di Acri.
Innanzitutto bisogna partire da dati oggettivi e cioe` dal fatto che la destinazione ad ospedale di montagna di certo non lascia spazio ad interpretazioni diverse da quelle riportate nel decreto regionale di Gennaio u.s..
Le responsabilita' non crediamo possano essere solo di alcuni e lo scaricabarile e' ormai metodica abituale,stancante e, soprattutto, poco produttiva.
La CGIL ha recepito i possibili cambiamenti che possono derivare dalla riorganizzazione della rete ospedaliera, proponendo alternative e cercando di incrementare l`esistente in termini quali/quantitativi.
Per questo crediamo che le scelte politiche (male eterno della sanita') andrebbero fatte in base a requisiti che tengano conto del " modus operandi" di alcuni, privilegiando gli aspetti meritocratici e non politici dei "prescelti".
La CGIL, possiamo dirlo senza timore di smentita, e' stato l'unico sindacato che si e' schierato con la gente e per la gente, con gli operatori e per gli operatori, da sempre, facendo valere i diritti di chi vive le difficolta' quotidiane e di chi si scontra con mentalita' chiuse e pericolose che impediscono crescita culturale e professionale, mortificando, ogni giorno, sia i lavoratori che gli utenti.
Se lo ricordi bene qualcuno. Non si e' "proprietari" di un bene comune. La sanita' non e' piu' "feudo" di nessuno.
L'utenza ha bisogno di risposte- ne ha diritto. Anche perche' la malattia non ha colore politico e su questioni vitali, come la sanita', non abbasseremo mai la guardia. Le strategie del passato e del presente hanno prodotto poco o niente e, se ci si vanta di un percorso migliore, verrebbe da chiedersi il perche' di questo sfacelo.
Per quanto riguarda il silenzio apparente di questi mesi, bisogna far sapere all'utenza che la CGIL si e' sempre mossa a difesa dell'ospedale, implementando strategie che, si spera, portino a qualche soluzione positiva. Continuiamo le nostre battaglie anche per il precariato. La nostra struttura ne ha parecchi che vivono una situazione poco serena, con un futuro incerto e con ripercussioni non indifferenti. La CGIL e' anche al loro fianco come dimostrano le varie battaglie portate fin sotto le sedi competenti.
Molti ancora non se ne sono accorti ma il mondo sanitario e' cambiato sia nella domanda che nell'offerta ed il comparto si sforza di far fronte a questo cambiamento.
La riorganizzazione ospedaliera non puo' non prescindere da una riorganizzazione dell'assistenza territoriale.
Non si possono chiudere ospedali senza offrire servizi alternativi. Le due proposte devono camminare di pari passo. E' impensabile che il cittadino non trovi risposte almeno nei servizi.
Non si puo' penalizzare il servizio pubblico per incrementare strutture private.
Siamo per il contenimento della spesa ma non per i tagli indiscriminati. Chi, in passato, ha sbagliato PAGHI.
Come CGIL abbiamo fatto opera di informazione tramite volantinaggio provando a smuovere le coscienze della gente e cercando,altresì, di dare informazioni oggettive sulla questione ospedale.
Ci e' rimasta nel cuore la grande manifestazione che ha coinvolto tutta la cittadinanza, gli studenti e le associazioni.
Di quel giorno portiamo dentro la protesta dei giovani, il loro urlo, dimostrando, ancora una volta, la forza delle loro idee ed insegnando a qualcuno che esiste ancora la voglia di cambiare e che si deve cambiare.
Il Presidente Scopelliti si e' gia' pronunciato sulle sorti dell'Ospedale. La CGIL chiede che la destinazione come ospedale di montagna venga cambiata in ospedale generale e che lo stesso non venga depotenziato.
Esistono proposte per un futuro migliore della struttura, basta solo accoglierle e realizzarle.
Riesca la politica ad aprire gli occhi e metta in atto tutte le procedure in modo da difendere, non solo l'ospedale, ma tutto l'indotto che esso porta per una cittadina che in quanto a risorse non vive un momento felice. Si lasci da parte giochi e nomine che di certo non fanno bene all'ospedale, al territorio, all'utenza ed agli operatori tutti.

PUBBLICATO 28/02/2011

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