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Violenze e stalking sull’amante.

Roberto Grandinetti
Foto © Acri In Rete
La Procura di Rossano, nella persona del pubblico ministero Maria Vallefuoco, ha chiuso le indagini relative alle violenze che un uomo di Acri avrebbe commesso sulla sua presunta amante, anche lei residente nella cittadina della Valle del Crati. Si tratta di F. S., 54 anni, accusato di violenza sessuale, stalking e interferenza illecita nella vita privata.
Pare che l’indagato (difeso dall’avvocato Amelia Ferrari, del foro di Cosenza) abbia costretto la donna a un rapporto sessuale, ripreso da una telecamera, col video che sarebbe poi stato utilizzato per ricattarla. I fatti contestati sarebbero accaduti negli ultimi due anni, con la presunta vittima che ha alla fine denunciato F. S., dipendente del ministero dei Trasporti. Ora, a chiusura delle indagini, l’accusato ha i classici venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogato o produrre documentazioni. A tal proposito la difesa sta ultimando delle indagini, il cui obiettivo è quello di confutare le accuse.
I protagonisti di questa vicenda sono entrambi sposati con figli. Il tutto sarebbe nato da semplici telefonate, con l’uomo che alla fine avrebbe appunto costretto la presunta amante a un rapporto sessuale, che si sarebbe consumato a Corigliano (da qui la competenza della Procura di Rossano). Di mezzo c’è anche l’accusa di stalking, con l’uomo cioè che avrebbe reso impossibile la vita della sua presunta amante, pedinandola e telefonandola con continuazione. Sulla vicenda hanno preso posizione i familiari della presunta vittima (rappresentata dall’avvocato Enzo Belvedere, del foro di Cosenza).
«La nostra familiare, pur di mettere a tacere il suo aguzzino, si è vista costretta - riferì al “Quotidiano”uno stretto parente - a cedere alle sue richieste e, in preda all'angoscia, è stata trascinata in una spirale di vera e propria crudeltà. F. S. ha messo in atto il suo piano diabolico: avendo piazzato precedentemente una telecamera in un luogo che dichiarava essere di sua proprietà, all'insaputa della donna, riprendeva quel triste incontro, in cui si è consumata la violenza fisica e psicologica. Lei ha creduto ingenuamente che con il suo sacrificio si sarebbe sbarazzata di lui. Purtroppo si sbagliava. F. S. ha infatti cominciato un pauroso ricatto, rivelando alla donna di aver ripreso l'incontro, estorto con la violenza. Hanno fatto seguito cinque mesi di torture psicologiche e di minacce continue, che si sarebbero placate solo se la donna avesse abbandonato il tetto coniugale».
A luglio la decisione di denunciare F. S., che pare abbia anche diffuso su internet il video di quell’incontro. Ora la chiusura delle indagini preliminari. Per la cronaca l’indagato è tuttora agli arresti domiciliari. Il 15 febbraio, su ricorso dell’avvocato Ferrari, si svolgerà l’udienza di fronte al Tribunale del Riesame, cui la difesa ha chiesto la revoca della misura o la concessione di una misura meno afflittiva.

Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 10-02-2011.

PUBBLICATO 10/02/2011

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