OPINIONE Letto 2704  |    Stampa articolo

Salviamo il teatro.

Veronica Capitano
Foto © Acri In Rete
Quando, nel 2009, la precedente amministrazione comunale finalmente avviò i lavori per la realizzazione del teatro comunale, l´iniziativa fu salutata positivamente dall´intera cittadinanza, convinta che tale struttura potesse rappresentare una significativa inversione di rotta, sia per il miglioramento della qualità della vita sia contro lo spopolamento cui vanno inesorabilmente incontro i centri montani. Ma alla luce delle recenti dichiarazioni dell'attuale classe dirigente, pronunciate anche nel corso della campagna elettorale (finora non smentite), perplessità ribadite anche sulla stampa (vedi articolo su Calabria Ora di sabato 8 gennaio 2011). Cresce di giorno in giorno il timore che l´opera possa non essere portata a termine o, addirittura, che ne venga modificata la destinazione d´uso, cosa, quest´ultima, tra l´altro impossibile per come l´opera è stata strutturata.
Da qui, nonostante i lavori siano tuttora in corso, la preoccupazione per il destino di quella struttura. In un particolare momento storico quale quello attuale, dove spesso prevalgono i valori puramente materiali a scapito di quelli ritenuti fondanti la coscienza e la vita civile di ogni popolo, diventa più che mai necessario dotare la città di un luogo di cultura, anche per combattere l´asfittica condizione sociale, la miseria culturale e la limitatezza ideologica in cui i cattivi messaggi mediatici stanno relegando l´intera nazione. D´altronde questo sembrano averlo capito bene altre cittadine calabresi, dove sono state addirittura avviate opere di recupero di antichi teatri nei centri storici, vedi, ad esempio, il teatro Valente a Corigliano e il teatro Amantea-Paolella a Rossano.
Poter usufruire di una struttura quale il teatro, inoltre, a parte la mera funzione rappresentativa e di svago, aprirebbe la strada ad ulteriori iniziative culturali ed educative. Pensiamo, ad esempio, a progetti tesi a favorire l´integrazione delle categorie più deboli e svantaggiate (anziani, diversamente abili, ecc.) che, anche attraverso il teatro, potrebbero trovare o recuperare la propria dimensione sentendosi protagonisti di un nuovo fermento culturale che darebbe linfa alla vita di tutti.
Con la speranza che tale messaggio possa trovare un positivo riscontro nell´attuale esecutivo, chiediamo chiarezza e rassicurazioni sulla realizzazione del teatro, onde scongiurare il timore che resti l´ennesima opera incompiuta in attesa che una futura amministrazione, sensibile a tale progetto, lo porti a termine.




PUBBLICATO 29/01/2011

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