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«Vittima di un piano diabolico».

Roberto Grandinetti
Foto © Acri In Rete
«In un attimo la cattiveria di un aguzzino ha distrutto la felicità di un'intera famiglia ». Chi parla è un familiare della donna di Acri, il cui presunto ex amante (F. S. di 45 anni, anch’egli di Acri) da mercoledì è agli arresti domiciliari per aver violato la sua privacy, violentandola e tempestandola di telefonate (il classico caso di stalking).
«Tutto - prosegue nel suo racconto il familiare, che ha inteso rompere il silenzio dopo l’articolo pubblicato ieri dal “Quotidiano”- è iniziato nel dicembre del 2009, quando quest’uomo dall'astuzia diabolica ha preso di mira una donna vulnerabile, facendole ripetute avances, che per volontà di lei avrebbero dovuto essere confinate a semplici telefonate. Invece F. S. ha registrato ogni parola delle loro conversazioni all'insaputa del nostro familiare, la quale, una volta resasi conto della pesantezza delle telefonate e della situazione stessa, ha manifestato a F. S. la volontà di interromperle. L'aguzzino, però, il giorno dopo le ha comunicato di aver registrato ogni telefonata e di averne le copie. Da qui la minaccia di divulgarne il contenuto e di rivelare la loro relazione telefonica al marito. Per cui, le telefonate sono diventate sempre più insistenti con F .S. che la pedinava ovunque, si appostava sotto casa a tutte le oredel giorno e della notte, rendendole la vita un inferno, costringendola a non uscire di casa e mostrandosi geloso dello stesso marito. “Se esci con lui faccio scoppiare uno scandalo!” è arrivato a dirle».
«Non pago delle sue richieste telefoniche l'uomo - prosegue nel suo racconto il parente - ha iniziato ad avanzare delle grosse pretese, con lei che ha tentato invano di dissuaderlo, supplicandolo disperatamente. A un certo punto la nostra familiare, pur di mettereatacere il suo aguzzino, si è vista costretta a cedere alle sue richiestee, in preda all'angoscia, è stata trascinata in una spirale di vera e propria crudeltà. Intanto e sempre secondo le dichiarazioni del familiare - F. S. ha messo in atto il suo piano diabolico: avendo piazzato precedentemente una telecamera in un luogo che dichiarava essere di sua proprietà, all'insaputa della donna, riprendeva quel triste incontro, in cui si è consumata la violenza fisica e psicologica. Lei ha creduto ingenuamente che con il suo sacrificio si sarebbe sbarazzata di lui. Purtroppo si sbagliava. F. S. ha infatti cominciato un pauroso ricatto, rivelando alla donna di aver ripreso l'incontro, estorto con la violenza. Hanno fatto seguito cinque mesi di torture psicologiche e di minacce continue, che si sarebbero placate solo se la donna avesse abbandonato il tetto coniugale. Il delirio della gelosia, in cui era sprofondato F. S. hareso lavitadi questa donna un totale inferno. Finché un giorno la nostra familiare ha deciso di porre fine a quest'assedio spietato, interrompendo bruscamente ogni contatto con il suo carnefice. Poco dopo si è consumato il triste epilogo: al ritorno di lei dalle vacanze F. S. ha scatenato la più crudele delle vendette, consegnando nelle mani del marito, il video. Da quel giorno la nostra famiglia non ha avuto un momento di pace».
Era il 12 luglio scorso. Dopo pochi giorni la donna ha deciso di denunciare il suo presunto ex amante (anch’egli coniugato). Sulla vicenda ha indagato la Procura di Rossano, in quanto il fatto contestato (la consumazione della presunta violenza) è avvenuto a Corigliano. Mercoledì la notifica dell’ordinanza (firmatadal gipBenigno su richiesta del pm Vallefuoco) a F. S, dipendente ministeriale in servizio a Cosenza, al quale è stata applicata la misuradegli arresti domiciliari. Una brutta storia, ora al vaglio della magistratura rossanese, con lo stesso gip Benigno cheinterrogherà F.S. (difeso dall’avvocato Amelia Ferrari, del foro di Cosenza) martedì. L’uomo è accusato anche di aver diffuso su youtube il filmato di quell’incontro amoroso, a detta dei familiari estorto a suon di minacce.

Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 22-1-2011.

PUBBLICATO 22/01/2011

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