La notizia dell’avviso di una indagine aperta a carico dell’ex giunta municipale, di alcuni tecnici del Comune e di alcuni privati cittadini è venuta fuori ieri, in una sorta di deflagrazione mediatica che ha generato in città inevitabili interrogativi e perplessità. L’esecutivo in questione è quello che reggeva le sorti amministrative di Acri nel 2008, guidato dal sindaco Elio Coschignano e sostenuto da una maggioranza di centrosinistra.
L’inchiesta in questione è quella condotta dalla Procura della Repubblica di Cosenza sulla realizzazione di un complesso edilizio da destinare a centro commerciale. Dalle indagini, condotte dalla Brigata di Acri della Guardia di Finanza di Acri, sarebbe emersa una serie di attività e condotte illecite che sarebbero state messe in atto da alcuni ex amministratori comunali e dai proprietari del complesso edilizio. I reati ipotizzati a carico delle persone indagate sono abuso d’ufficio e falsità ideologica e riguardano, in particolare, il mancato rispetto delle disposizioni del Piano urbanistico approvato dal Comune di Acri.
Nell’inchiesta sono indagati, insieme agli ex amministratori comunali, tre dirigenti comunali, due tecnici responsabili della progettazione e cinque cittadini.
L’avviso agli interessati è stato recapitato nei giorni scorsi, ma la notizia si è appresa solo ieri. In particolare, i fatti sono in relazione alla concessione delle relative autorizzazioni alla realizzazione di un centro commerciali, nel centro abitato. Da quanto si è appreso, sono due gli addebiti che vengono mossi agli indagati: il primo, quello che chiama in causa i tecnici, si riferirebbe al calcolo della volumetria del terreno; il secondo, quello che inserisce nell’inchiesta i nomi degli amministratori dell’epoca, riguarderebbe invece il cosiddetto istituto della retrocessione. Al di là dei tecnicismi, per quanto riguarda quest’ultimo, la contestazione risiede nella legittimità della decisione: secondo quanto fatto dall’allora sindaco Elio Coschignano e dai suoi collaboratori, era appannaggio della giunta, secondo chi invece ha firmato l’esposto doveva invece passare necessariamente dal consiglio comunale.
“Sono assolutamente sereno - ha detto ieri Elio Coschignano -. Per quanto riguarda la questione della volumetria, non sono un tecnico e non posso pronunciarmi, ma sull’istituto della retrocessione, all’epoca esperti e figure professionali qualificate e attendibili ci mostrarono moltissime delibere simili fatte in altri Comuni. Io - ha concluso l’ex primo cittadino - non ho assolutamente nulla da rimproverarmi, anche in riferimento alla scelta fatta, che, in ogni caso, andava a tutto vantaggio della collettività. Per la cronaca, all’epoca il Comune concesse ai privati che presentarono il progetto i relativi permessi dietro l’impegno che costoro si sarebbero accollati i costi per la realizzazione di alcune opere pubbliche”.

Fonte "Il Quotidiano della Calabria" del 11/01/2011