Ospedale a rischio.
Piero Cirino
Secondo quanto affermato dal presidente dell'esecutivo regionale, nonché commissario alla Sanità, quelli che sono stati individuati come ospedali di montagna, cioè Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli, non chiuderanno. La notizia ha fatto sobbalzare quanti l'hanno appresa. Ad Acri si pensava di dover combattere una battaglia per il mantenimento del reparto di Ostetricia e Ginecologia e che lo status di "ospedale di montagna" significasse aver scongiurato il pericolo ci chiusura. Insomma, che il nosocomio cittadino avrebbe continuato pressappoco a fornire gli stessi servizi. Ora si apprende che addirittura c'era il pericolo di chiusura immediata. Se per davvero, in base alle più realistiche previsioni, dall'01 aprile 2012, l'ospedale di Acri si ridurrà a soli venti posti letto per Medicina e con un Pronto Soccorso dipendente da un'altra struttura, questo significherà chiuderlo, o giù di lì. Solo qualche giorno fa il sindaco Gino Trematerra, che è anche coordinatore regionale dell'Udc, quindi interlocutore privilegiato del presidente Scopelliti, aveva assicurato che l'ospedale di Acri sarebbe rimasto così com'è. E' evidente che qualcosa non quadra. La chiusura, a questo punto scontata, del reparto di Ostetricia e Ginecologia, aveva spalmato sulla comunità acrese un diffuso senso di inquietudine; che, per la verità, rispetto ad altre realtà, non si è trasformato in azioni plateali di protesta. In sostanza, era stata consegnata una delega in bianco al sindaco, al quale si annette, per tutta una serie di ragioni, un considerevole potere contrattuale. La proroga di tre mesi ha messo in sordina la questione, ma questo non significa averla risolta. Tutt'altro. Ora arriva l'acqua gelata di un forte ridimensionamento a partire dalla primavera del 2012. E dire che al termine della visita ad Acri della commissione regionale Sanità, presieduta dall'On. Salerno, la stessa amministrazione comunale aveva consegnato alla stampa un comunicato ricco di enfasi circa l'esito dell'ispezione, con tanto di rassicurazioni sulle sorti future dell'ospedale cittadino. Questa vicenda, che si snoda attraverso fasi assai poco nitide, evidentemente deve ancora scrivere alcuni capitoli. Quello firmato l'altro ieri dal presidente Scopelliti per Acri rappresenta un preoccupante campanello d'allarme. Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 31-12-2010. |
PUBBLICATO 31/12/2010
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