Giuseppe, Denis e Daria. Potrebbero essere gli ultimi neo nati al reparto di ostetricia del Beato Angelo. Sono venuti alla luce nella giornata di giovedì, proprio qualche ora prima che personale medico e paramedico chiudesse le porte per "cessata attività." Sono state venti quattro ore intese e di passione non solo per gli operatori ma anche per la cittadinanza. Dapprima il sit-in pacifico di un centinaio di cittadini e molte donne, nella tarda serata di giovedì, poi la lieta notizia di ieri mattina con la quale il direttore sanitario De Paola comunicava al personale che "a seguito delle direttive della direzione generale, le attività del punto nascita potevano essere riattivate con decorrenza immediata."
Il fax giunto attorno alle 10 di ieri mattina ha riportato serenità e fiducia ma le preoccupazioni sul futuro del nosocomio, sono ancora tante. E sono state manifestate nella serata di giovedì presso la stessa struttura da un gruppo nutrito di cittadini con a capo donne e mamme incinte. Composte, rumorose e arrabbiate.
Tanti gli slogan; "l'ospedale non si tocca", oppure "chiudere l'ospedale non è bello, non voglio nascere a Cocozzello (località poco distante dal centro, ndr) o anche "volano le cicogne, volano bianche, sulla casa di Scopelliti cacano anche". Presi di mira anche il sindaco Trematerra e il figlio Michele, assessore regionale, rei, secondo i manifestanti, di fare poco per evitare il ridimensionamento dell'ospedale. Ma le proteste potrebbero non servire; nello stesso momento, infatti, Scopelliti incontrava il sindaco ed una delegazione dio medici.
L a regione sta valutando l'ipotesi di firmare una proroga per gli ospedali montani dando la possibilità agli altri centri di potenziarsi. Nei prossimi giorni si saprà con precisione il termine esatto, per il momento la città può tirare un sospiro di sollievo.