Venerdi 3 dicembre si è conclusa l'Edizione Speciale -PREMIO NAZIONALE V. PADULA- magistralmente guidata dal prof. Giuseppe Cristofaro e che ha portato ad Acri studiosi e personalità di elevato spessore culturale.
Nelle giornate dedicate alla rassegna si sono succeduti dibattiti ed incontri veramente interessanti e di alto profilo, in linea con le personalità dei partecipanti e dei premiati ma, la cosa più bella del PREMIO NAZIONALE V. PADULA penso sia stata rappresentata da un gruppo di ragazzi, studenti del liceo scientifico, che hanno organizzato un sit-in per manifestare, e soprattutto per testimoniare, in modo veramente civile, la loro preoccupazione per una possibile chiusura dell'ospedale di Acri.
Il manifestare di questi ragazzi mi dà la speranza, che i nostri giovani sono presenti, e che hanno la capacità di organizzarsi, in modo spontaneo, per far sentire la loro voce in merito a problematiche con le quali andranno a scontrarsi nel loro futuro cammino di uomini.
Ad Acri c'è coscienza civile e ora si annida, anche, nei giovanissimi e ciò fà nascere in tutti noi la speranza che i nostri figli siano capaci di costruirsi un mondo migliore dato che hanno la capacità e la forza di esprimersi e di lottare

Sul corriere della sera di sabato 4 dicembre viene riportato un commento sul
44° rapporto Censis sulla situazione sociale del paese, che descrive gli italiani come un popolo di delusi, apatici, senza voglia di sognare, con poche ambizioni - un paese con troppe leggi dove però la legge conta sempre meno.
Un paese soggettivista con potere verticistico che deresponsabilizza il cittadino.
La manifestazione dei nostri giovani ci dà la speranza che quello che riporta in Censis ( e che purtroppo il larga parte è vero) possa essere sovvertito dalle future generazioni