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Ostetricia. Il primario Verre avanza ipotesi e perplessità.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
Che il Beato Angelo sarà ridimensionato, sembra oramai una certezza. Tra riconversioni e soppressioni, il nosocomio locale, sebbene considerato di montagna, perderà alcuni importanti servizi. E' la scure del ministero della sanità a cui ha fatto seguito il decreto del presidente della giunta regionale, Scopelliti. il n°18 del 22 ottobre. Il primo reparto a "scomparire" sarà quello di ostetricia. Cesserà di esistere dal 12 dicembre prossimo. E con esso saranno dismessi anche il nido e l'assistenza pediatrica, ed in futuro, probabilmente, anche ginecologia. E' composto da sedici posto letto e vi lavorano sei medici, compreso il primario, due pediatri e quattro puericultrici.
Per Pietro Verre, primario da maggio 2005, ci sarebbero ancora i margini per salvare il reparto. "Intanto occorre chiarire, dice, che l'ospedale di montagna non è paragonabile agli altri visto che gli utenti vivono in aree disagiate, soprattutto per le vie di comunicazione, ma non per questo devono essere private dal diritto alla salute. In Emilia, aggiunge Verre, esiste una cittadina, Porretta Terme, che, occupando una posizione geografica disagiata, ha conservato il reparto di ostetricia e ginecologia sebbene i duecento parti annui." Quindi le proposte; "unificare funzionalmente gli ospedali di Acri e San Giovanni in Fiore con un unico primario e con risorse umane ed economiche in comune, favorendo il parto fisiologico e trasferire le gravide a rischio in un centro di secondo livello come è avvenuto finora con l'ospedale di Cosenza."
Verre, poi, sottolinea gli ottimi dati del suo reparto; "nel 2009 abbiamo effettuato solo il 25% di parti cesarei, è un dato tra i più bassi della regione e che ha garantito enormi risparmi, insomma un modello da seguire. Abbiamo seguito le linee guida nazionali e mondiali rielaborate secondo un processo di adattamento locale con rigore scientifico e metodologico, garantendo la qualità ed i servizi. Siamo un modello da esportare in tutta la Calabria anche perché nulla è lasciato al caso o alla interpretazione estemporanea degli operatori sanitari ma tutto è codificato e raccomandato."
Infine un pensiero alle gravide che avevano scelto il Beato Angelo; "si sentono abbandonate e non tutelate, dice Verre, dove andranno a partorire? Se non si creano valide alternative si troveranno in strutture affollate con tutti i rischi che ne seguono. Auspico un ripensamento, conclude Verre, una gestione più appropriata ed una programmazione di investimento e non una mera politica basata sui soli tagli."

PUBBLICATO 22/11/2010

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