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Omicidio Sposato fermato il presunto omicida.

Redazione
Foto © Acri In Rete
Dopo due anni finalmente c'è un nome per l'omicidio di Nalate Sposato, di 35 anni, ucciso ad acri sull'uscio della propria abitazione. La procura di Cosenza ha emesso un provvedimento di fermo per Ferdinando Gencarelli di 50 anni, impiegato dell'ufficio tecnico del comune di Acri, ritenuto colpevole dell'omicidio.
La vittima era conosciuta in paese come "Lupin", per la sua propensione a compiere furti di modesta entità, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti il giorno prima di essere ucciso, avrebbe rubato delle noci in una proprietà di Gencarelli per poi rivenderle per 15 euro ad un venditore ambulante. Gencarelli, che aveva già subito numerosi furti, il giorno successivo, ha avuto una violenta lite con Sposato e la sera, poco prima di mezzanotte, secondo l'accusa, lo ha ucciso sparandogli due colpi di fucile calibro 12.
Il procuratore di Cosenza, Dario Granieri, ha spiegato che la difficoltà in questi due anni di assemblare insieme tutte le informazioni e di dare un nome all'assassino di Sposato sono nate dalla presenza esterna di investigatori che hanno inquinato le prove e da una inspiegabile chiusura e silenzio da parte degli stessi familiari di Sposato, e quindi solo attraverso notevole sforzo di energie investigative si è potuti giungere all'identificazione del presunto autore.
"L'attività investigativa - ha riferito Granieri - si è scontrata con un complesso di situazioni che hanno ostacolato il tempestivo accertamento dei fatti e l'identificazione del responsabile. Alcuni di tali interventi inquinanti sono pervenuti anche dagli stessi ambienti investigativi preposti, almeno inizialmente, al concreto svolgimento delle indagini. Non è certamente un caso che sulla vicenda si sia cominciato a far luce quando l'Arma dei Carabinieri, d'intesa con la Procura, ha destinato a questa indagine un pool ristretto di investigatori appartenenti al Comando provinciale ed alla Compagnia di Rende.
La ricostruzione dei fatti è stata possibile grazie alla determinazione ed all'acume investigativo degli inquirenti e le fonti di prova si basano su alcune dichiarazioni, sulle intercettazioni, sui risultati della consulenza balistica e sull'accertamento di un sicuro ed evidente movente in capo al presunto assassino, che aveva subito molteplici furti ad opera dello Sposato. Le indagini proseguono per chiarire compiutamente le situazioni di inquinamento probatorio, motivazioni e responsabilità
".

PUBBLICATO 16/11/2010

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