Parte la raccolta fondi tra i cittadini per terminare la Casa dell’Accoglienza.
Rosanna Caravetta
La struttura, distribuita su due piani, oggi è in larga parte terminata grazie, soprattutto, se non unicamente, alle donazioni dei cittadini e al ricavato di alcune iniziative messe su dalla comunità. Una storia, quella della Don Milani, iniziata ad Acri nel lontano 1982 come organizzazione non lucrativa Onlus. Una storia che in questi anni non ha mai smesso di commuovere e coinvolgere la popolazione fino ad arrivare al 1999, anno in cui nacque e iniziò a prendere corpo l'idea del centro di accoglienza. Emerse in quel periodo, infatti, la volontà di affrontare il dramma degli anziani soli e dei tanti portatori di handicap. << In tante occasioni - spiega Serra - soffrimmo per l'incapacità delle istituzioni e della comunità locale di dare risposte ai problemi dei nostri concittadini che, in alcuni casi, per inadeguata assistenza trovarono la morte in incidenti fra le mura di casa. Altre volte assistemmo, impotenti, al ricovero in istituti che si distinsero per scandali e maltrattamenti.>> Quindi, l'idea della casa famiglia, distante anni luce dal concetto di strutture finalizzate a creare unicamente posti letto e di lavoro. <<Noi vogliamo una casa come punto d'approdo - prosegue Serra- per chi è esposto all'abbandono. La struttura, che stiamo costruendo, una volta finita, sarà un luogo in cui l'età non farà sentire vecchi, un handicap non farà sentire handicappati. Sarà, in parte, autofinanziata con attività, sarà autogestita e aperta al territorio. Sarà, insomma, una comunità per la comunità fatta dalla comunità.>> Un progetto,dunque , ben chiaro che adesso per partire ha bisogno di un ultima parte di denaro con la quale si termineranno i lavori di una struttura che potrà ospitare fino a 15 persone con ampie e comode stanze, con una mensa, laboratori e un grande giardino dove sono state già organizzate per le scolaresche laboratori dedicati alla conoscenza della natura , degli animali e delle piante. Soldi che purtroppo, negli anni, nessuna pubblica istituzione è riuscita a racimolare. Da qui l'appello alla gente, alla comunità acrese e non solo affinché l'idea di aiuto che " fa leva sulla creatività, sul lavoro umano e sulla solidarietà" non rimanga solo un progetto. Mettere tutti insieme l'ultima pietra per poter finalmente potenziare le attività diurne e avviare quelle residenziali è l'ultimo sforzo che Nello Serra e tutta la comunità chiede alla gente. Intanto, il 12 e il 13 novembre i primi appuntamenti organizzati nelle scuole del II circolo di Acri e i primi laboratori del progetto Unesco "I segni della memoria che insegna". Fonte: "Gazzetta del Sud del" del 03-11-2010. |
PUBBLICATO 05/11/2010
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