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Ospedale. Soddisfazione in citta’.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
La cittadina silana, ma anche molti altri centri limitrofi, possono tirare un sospiro di sollievo. L'ospedale "Beato Angelo" non sarà né chiuso né riconvertito. A distanza di un mese dall'approvazione del piano sanitario, il presidente della regione, Scopelliti, ha ribadito il concetto nel corso di un incontro tenutosi a Cosenza. "L'ospedale di Acri, ha detto, è considerato di montagna, quindi cambierà nulla o poco." Certo, quel "poco" preoccupa, ma, secondo indiscrezioni, quasi tutti i servizi dovrebbero restare. Ovvero, medicina, psichiatria, chirurgia, anestesia, pronto soccorso autonomo, radiologia e tac, laboratorio analisi, dialisi, urologia, centro prenotazioni.
Dubbi, invece, sul reparto di ginecologia e ostetricia dove, secondo direttive ministeriali, si dovrebbe raggiungere un determinato numero di prestazioni all'anno perché possa continuare ad esistere. Ad esempio, si parla addirittura di cinquecento parti all'anno. Tanti, troppi, visto che, in genere, se ne raggiungono circa duecento. Nelle dodici strutture da riconvertire entro marzo 2012, quattro saranno destinate ad ospedali di zona montana (Acri, San Giovanni in Fiore, Soveria Mannelli e Serra San Bruno). Qui, oltre ai servizi previsti, saranno svolte anche le tipiche funzioni di ospedale distrettuale che eroga esclusivamente servizi territoriali tra cui: 118, centro polifunzionale territoriale, centro unico prenotazione , consultorio familiare, sportello sociale, poliambulatorio specialistico (cardiologia, oculistica, otorinolaringoiatria, ortopedia, dermatologia, endocrinologia, geriatria, medicina fisica e riabilitativa, ginecologia etc).
Insomma, il "Beato Angelo" è salvo. Per una serie di motivi. Ad esso si rivolge una vasta popolazione proveniente anche dai vicini paesi albanesi, il rapporto costo-ricavi è in perfetto pareggio e dal giro di ricognizione effettuato di recente dalla terza commissione regionale si è evinto che la struttura funziona a pieno regime. Il problema, ora, è mantenere questi numeri perché non è detto che tra un paio di anni la regione non faccia altre verifiche.
Intanto tra qualche mese sarà finalmente risolto un'annosa questione. Il Cup sarà trasferito in locali più ampi e funzionali, distanti pochi metri dell'ospedale.

PUBBLICATO 12/10/2010

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