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Museo, una polemica inappropriata.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Le polemiche che hanno accompagnato il testo della canzone di Valerio Manni, al secolo Valerio Vigliaturo, cantautore, ma anche direttore artistico del museo civico "Silvio Vigliaturo", hanno, come sovente accade in casi simili, esondato.
Perché, nella foga della reazione alle parole cantate di S.p.q.r. è finito di tutto e spesso a sproposito. E' legittimo indignarsi se chi inneggia alla Padania, che esiste solo in unica mitica dimensione del bestiario di italico conio, nel contempo sputa nel piatto in cui mangia. Ma, in attesa di sapere se è proprio così, non ci si può liberamente sfogare facendo arrivare schizzi di fango anche su una delle cose più importanti che Acri sia riuscita a realizzare negli ultimi decenni.
Valerio, figlio di Silvio, che da Acri è partito in condizioni di estrema povertà e ad Acri è tornato come uno dei più grandi di artisti del mondo nella realizzazione di opere in vetrofusione, si è difeso e ha respinto la taccia di antimeridionale. Sulla questione, ognuno è libero di farsi una propria idea. Ma quando, sulla scia della ubriacatura polemica, si arriva addirittura a mettere in dubbio l'utilità di uno dei più importanti musei di arte contemporanea d'Italia, si rasenta l'irrazionalità.
Giusto qualche dato, così per rinfrescare la memoria: in poco più di quattro anni, tra le stanze del Maca hanno circolato 33158 visitatori. In questo lasso di tempo sono state esposte le opere di alcuni dei più grandi artisti contemporanei, su scala mondiale. E, anche quando, così come è accaduto nell'ultimo bilancio comunale della scorsa legislatura, nel capitolo "Museo Vigliaturo" c'erano zero euro, nessuno ha pensato di aprire sacrosante, ma plateali polemiche. Si è preferito lavorare in silenzio, sia pura con una punta di delusione.
Il punto semmai è un altro, e qui si gli interrogativi sono molti: quanti di questi 33158 visitatori Acri è stata in grado di trattenere? Si fa un gran parlare, anche qui spesso a sproposito, di capacità di attrazione turistica, eppure nessuno degli imprenditori locali ha pensato magari si stipulare una convenzione con il museo per far si che chi ad Acri arrivava per amore dell'arte rimanesse anche per ammirare le bellezze locali.
Le ricadute, come dicono chiaramente i numeri, hanno potenzialità straordinarie, la realtà è di una desolante incapacità. Tra le reazioni a caldo al tormentone Spqr ha fatto un certo effetto quella, un po' improvvida, del sindaco Gino Trematerra.
Da Senatore l'attuale primo cittadino si è speso, e non poco, per far nascere il museo, anche facendo arrivare risorse importanti e se c'è stata un'amministrazione comunale che ha fortemente sponsorizzato questo progetto è stata proprio quella di centro - destra guidata da Nicola Tenuta, di cui Trematerra era stato uno degli artefici principali. Prima di affidare alla stampa quelle poche righe di riprovazione nei confronti di Valerio Vigliaturo, magari avrebbe dovuto attendere la sua versione dei fatti. In ogni caso, sarebbe opportuno ricomporre l'incidente e sottolineare ulteriormente il ruolo che il museo svolge nella crescita di una comunità che della cultura ha bisogno come il pane.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 09-10-2010.

PUBBLICATO 09/10/2010

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