Apritemi le porte della giustizia...
sac. Sergio Groccia
Il vangelo chiede di essere se stessi e in questa consapevolezza tutto è possibile, perché creaturalmente noi siamo piccoli, per quella porta ci entriamo tranquillamente. I problemi nascono quando pensiamo di essere grandi, di essere capaci, e ci appoggiamo su piccolezze proiettate negli schermi di una onnipotenza a tutto campo che appaiono grandiosità. Quanto stiamo bene quando ci sentiamo pieni, appagati, soddisfatti, gonfi: tutto va bene, il consenso degli altri ci nutre, riusciamo a fare sempre meglio e quanto invece è illusorio tutto questo! Come può un uomo sentirsi appagato se per natura è toccato dall'infinità e aspira a una vita che non tramonta mai? Impossibile sentirsi sazi! Quella spinta interiore che cerca orizzonti più ampi, quella forza prorompente che chiede di salire alle fonti della Vita e di non arrestarsi a rivoli di acque poco fluenti narra tutta la dinamicità del muoversi verso. E per salire in alto quanto è necessario farsi sempre più leggeri, lasciare ciò che pesa nella fiducia che nella perdita è la chiave del dono ricevuto a piene mani. Non basta sapere che Gesù c'è, non basta aver sentito le sue parole e aver visto i suoi miracoli, non basta! Se quella presenza, quelle parole, quei miracoli non ti portano a operare la giustizia, vale a dire a vivere come piccoli figli abbandonati all'amore del Padre che ha cura di ciascuno di noi, tu per la porta non ci passi. Perché sei gonfio di te, di ciò che pensi di essere e non sei. Tu che dall'alto della tua giustizia mormori, giudichi, critichi ogni situazione e persona non hai occhi per conoscere Gesù che offre tutto di sé facendosi piccolo tra noi. La porta è stretta perché è a misura di figli di Dio. Chi appartiene a Dio entra senza bussare, trova la porta aperta. Chi non vive di Lui trova la porta chiusa e rimane fuori. Le credenziali di un conoscere per sentito dire non fanno altro che allontanare sempre di più, perché la verità della propria vita si è coniugata sull'ingiustizia e non c'è somiglianza alcuna con Gesù. Non so di dove siete. Come se dicesse: Voi siete nati da prostituzione, perché vendete la vostra umanità a cose che non sono degne di chiamarsi "umane". Quando si arriva a mercanteggia l'amore, si è già fuori del regno, e non c'è porta che consenta l'accesso. |
PUBBLICATO 24/08/2010
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