Primo Palio dei Ciucci.
Piero Cirino
"Il Palio dei ciucci si propone - spiega una nota dell'associazione - , con una forma divertente, di ricordare l'utilità che l'asino ha avuto nella civiltà contadina della nostra città. La presenza del ciuccio nelle famiglie era la normalità, era l'utilitaria di oggi, con lui si trasportava di tutto, dalla legna alla farina, l'asino era indispensabile per l'economia selle famiglie. Con l'avvento dell'automobile per tutti, questo povero animale è stato quasi totalmente messo da parte rischiando anche l'estinzione. Infatti ad oggi setacciando in lungo ed in largo il nostro territorio ci siamo resi conto che gli asini in attività si possono contare sulle dita della mano. A sostegno del ricordo storico dell'asino nella civiltà contadina - prosegue la nota -, sarà organizzata, nell'ambito della manifestazione, una mostra fotografica interamente dedicata a questo animale". Queste le contrade partecipanti: Jungi, Duglia, Viola, Annunziata, Sorbo, San Giacomo, Là Mucone, Montagnola e Pietremarine. Il Torneo dei Giochi popolari "consiste nel rispolverare i vecchi giochi che prima dei video games, prima del flipper ed ancora prima del calcio balilla tenevano impegnati i ragazzi di tutte le età, da un indagine fra i ragazzi delle scuole medie, è risultato che solo una sparuta minoranza aveva sentito vagamente parlare di alcuni dei giochi proposti. I giochi scelti per il torneo che come il palio dei ciucci interesserà le varie contrade della città sono l'"anca zoppa", che consisteva nel percorrere una distanza predeterminata saltellando su una sola gamba; "strasci", erano pezzi di mattoni o pietre piatte, un pezzo di mattone più piccolo faceva da boccino vinceva chi riusciva a portare la propria strascia più vicino al boccino, le regole erano più o meno come quelle delle bocce; "tiro alla fune", che nel tempo è diventata una disciplina sportiva, veniva organizzato in tutte le feste di paese, per cui sarà riproposto come veniva eseguito negli anni addietro; "u ruollu", il gioco consiste nel far rotolare un cerchio di ferro (molte volte si usava un vecchio cerchio di bicicletta) per un circuito guidandolo con una specie di gancio, vinceva chi arrivava primo; "u cirillu" è il gioco della trottola che nella tradizione locale veniva costruita in legno, alla punta veniva fissata una vite opportunamente appuntita". Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 21-07-2010. |
PUBBLICATO 23/07/2010
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