Al sindaco Trematerra va il merito di aver intrapreso un'idea che, a quanto pare, è stata accolta con molto favore e che sta provocando una serie di utili riflessioni; la discussione sul Psc allargata ad ex amministratori ed a tutti i partiti. Nei giorni scorsi si è tenuta una riunione a cui ha partecipato anche Cervellati, l'architetto bolognese, incaricato, dal 1995, di redigere il Psc che, non senza qualche accenno polemico, ha ripercorso le tappe. Da qui le reazioni degli ex sindaci; "è accaduto un fatto importante, dice Angelo Rocco, più volte sindaco Pci, é stata ripresa la discussione sul piano strutturale comunale. Devo precisare che una bozza, redatta dal prof. Cervellati, è stata sottoposta, nel marzo del 1999, all'amministrazione che guidavo senza, però, che vi fosse stato alcun apporto da parte nostra. Essa, infatti, é stata approvata dalla commissione urbanistica ma non potè proseguire nel suo iter perché il consiglio comunale venne sciolto nell'agosto dello stesso anno. Sono trascorsi ben trentadue anni dall'adozione del Prg ancora vigente e ventidue dalla sua definitiva approvazione mentre da quindici anni é in corso un tentativo, risultato finora infruttuoso, di varare un nuovo strumento urbanistico. Cosa é successo nel frattempo? Il Prg vigente, prosegue Rocco, é stato utile per consentire la realizzazione delle infrastrutture di urbanizzazione, l'edilizia residenziale pubblica e convenzionata, gli insediamenti produttivi, gli interventi nel centro storico, ma non é riuscito, però, a disciplinare l'edilizia abitativa e le lottizzazioni private.
In particolare, dice Rocco, norme che avrebbero dovuto avere una validità limitata e transitoria sono diventate definitive e sono state applicate indiscriminatamente. Ad esempio, il cumulo delle aree, esteso al diritto di superficie, la disciplina dei lotti interclusi, gli interventi residenziali e produttivi in zone agricole. Nessuna attenzione, inoltre, è stata dedicata alla tutela ambientale e paesaggistica, il rischio idrogeologico é stato aggravato dall'edificazione su aree a rischio, in molti casi non é stato rispettato il rapporto fra superfici e volumi, disattendendo le leggi, non sono state rispettale le distanze dai corsi d'acqua e dalle strade e gli oneri riguardanti gli interventi edificatori e le lottizzazioni sono stati accollati al comune, le aree di uso pubblico non sono state acquisite al patrimonio comunale ed in molti casi sono state utilizzate dai privati. In pratica il Prg é stato aggirato con un complesso di norme derogatorie che hanno consentito, ed ancora consentono, il saccheggio del territorio.
Il Prg, insomma, non é stato applicato sull'edilizia privata per mancanza di volontà politica dovuta anche alla continua alternanza nella direzione del comune. Oggi, però, non si può sfuggire a questo interrogativo; si vuole continuare sulla vecchia strada nella regolamentazione dell'attività edificatoria o si vuole imboccare la strada della modernità e della piena legalità? Se si vuole continuare come nel passato un nuovo Prg, nobilitato dalla prestigiosa firma di Cervellati, non serve, conclude Rocco, ma se si vuole imboccare una strada diversa bisogna dirlo con chiarezza ed attuare coerentemente e rapidamente il processo di cambiamento che si rende necessario."