RELIGIONE Letto 2754  |    Stampa articolo

A servizio dell’umanita',

sac. Sergio Groccia
Foto © Acri In Rete
La questione della fede è sempre aperta e le risposte e posizioni che si assumono rispetto ad essa comportano conseguenze importanti per la vita personale, per le relazioni, per la società e la politica. Se ci si sbaglia su Dio le conseguenze sono ben gravi.
La storia ci insegna infatti, che il nome di Dio può essere invocato e utilizzato in situazioni e con finalità che negano il Dio rivelato nella Bibbia, in Gesù di Nazaret, nelle persone, nei segni dei tempi: basti pensare al dio dei bianchi che hanno reso schiavi 100 milioni di neri; ancora al dio bianco degli europei che hanno umiliato e ucciso gli indios usando la forza per opprimerli, derubarli e renderli cristiani; ai nazisti che hanno preteso che dio fosse con loro e con i loro progetti di morte pianificata per milioni di esseri umani.
Quando parliamo di Dio, siamo sempre noi esseri umani che ne parliamo dentro alla storia, nel contesto sociale e culturale importante, ma pur sempre contingente, con riferimento al senso ultimo della vita con tutte le sue complessità, con i dolori e le situazioni positive, con gli interrogativi che restano sospesi. Infatti, lo stesso Dio é chiamato in nomi diversi non solo nelle diverse fedi religiose, ma nella stessa fede cristiana: pensiamo alla diversità fra noi e le comunità dell'Africa nera e degli indios dell'America Latina.
C'è un dio in cui non si può e non si deve credere, anche perché solo da questa posizione si può camminare verso l'intuizione del Dio autentico, creduto e pregato, ma sempre "absconditus", "nascosto" a noi, invitati sempre e di nuovo a incontrarlo per non renderlo mai oggetto dei nostri pensieri e concetti, delle nostre teologie e liturgie: Dio pure vicino, è sempre altro.
Non si può e non si deve credere in un Dio che in modo più o meno subdolo o evidente viene usato per fondare, giustificare, legittimare situazioni e condizioni di minor umanità o di disumanità: ingiustizie, violenze, guerre, discriminazioni, razzismo, distruzione dell'ambiente, materialismo.
Anche in questo periodo storico è stato ed è evidente l'utilizzo strumentale e vergognoso di Dio e dei simboli cristiani, persino del Crocifisso, per atteggiamenti e legislazioni discriminatorie e razziste.
Con riferimento alla fede cristiana, la meditazione discreta e profonda su Dio ci conduce all'intuizione e alla relazione con un Dio che si svuota dalle prerogative di Dio che noi esseri umani siamo portati a proiettare in Lui: cioè la lontananza, l'onnipotenza, l'impassibilità. Dio è colui che ascolta il grido degli oppressi e dei poveri, prende a cuore la loro situazione, prende parte e si coinvolge attivamente per un cammino di liberazione, di giustizia e di vita.
La fede è in questo Dio della giustizia e della condivisione; che per bocca dei profeti denuncia l'ipocrisia e le falsità di un culto religioso non solo staccato dalla vita ma copertura dell'ingiustizia e della violenza; che sollecita continuamente a prendersi cura dei poveri, degli orfani, delle vedove, degli stranieri, dei crocifissi di oggi: persone, comunità, popoli.
La fede è nel Dio di Gesù, il Figlio incarnato pienamente nella storia; il Dio umanissimo che comunica e chiede umanità; che insegna con parole e gesti a liberarsi dell'inimicizia, a condividere il pane e i beni; a farsi prossimi con disponibilità e concretezza; a vivere la compassione e il perdono; a impegnarsi per la giustizia e la verità; a vivere in modo fedele e coerente.
Questo straordinario Gesù di Nazaret ci rivela il Dio Crocifisso, impotente nel mondo, coinvolto in modo definitivo nell'umanità, vittima fra le vittime. Vivente oltre la morte, ci comunica che l'Amore è la forza permanente e definitiva.
La fede è nello Spirito Santo di Dio: Spirito di verità, di creatività, di disponibilità, di forza interiore, di profezia dell'annuncio, nella fedeltà e nella coerenza della testimonianza per contribuire a rendere più umana, molto più umana questa storia, proprio come Dio Padre, Figlio e Spirito Santo vuole.

PUBBLICATO 12/06/2010

© Riproduzione Riservata  E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di sue foto (© Acri In Rete) presenti in esso.

Ultime Notizie

OPINIONE  |  LETTO 3514  
Croce rossa... di passione!
Mi preme da volontario di Croce Rossa dire la mia su quanto riportato nell'ultimo periodo dalla Trasmissione Report, ma non per difendere qualcuno, ma solo per evitare che possa confondersi la parte ...
Leggi tutto

OPINIONE  |  LETTO 4133  
Acri: potere, decadenza, “risorgimento”.
Il nostro sindaco non andrà in Europa, anche se il seggio aggiuntivo spettante all'UDC per il Parlamento europeo porta scritto il suo nome, in virtù dell'importante risultato elettorale alle ultime ...
Leggi tutto

NEWS  |  LETTO 4755  
Aggredito in clinica, è grave.
Un sessantunenne di Acri spinto da un altro paziente di Villa degli Oleandri. All’uomo, soccorso dal 118 per problemi respiratori, riscontrano una frattura cervicale. Prognosi riservata.
Leggi tutto

POLITICA  |  LETTO 3780  
Ospedale. La proroga ci sara’.
Giuseppe, Denis e Daria. Potrebbero essere gli ultimi neo nati al reparto di ostetricia del Beato Angelo. Sono venuti alla luce nella giornata di giovedì, proprio qualche ora prima che personale med ...
Leggi tutto

NEWS  |  LETTO 3879  
Una ricetta per rilanciare il centro storico.
Un centro storico abbandonato e desideroso di imminenti interventi è quanto emerso dal convegno tenutosi domenica pomeriggio e organizzato dal comitato Pro Centro storico di Acri che, insieme ad aut ...
Leggi tutto