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Ascensore una storia senza fine.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
Si allungano i tempi per l’apertura dell’ascensore che dovrà collegare viale Calamo con via Padula. Chi pensava che il taglio del nastro lo avrebbe fatto l’amministrazione uscente, è stato smentito dai fatti. La struttura è ancora chiusa sebbene ultimata da mesi. Pare che per l’apertura al pubblico manchi l’ok del ministero dei trasporti e delle infrastrutture.
Ma c’è di più. Le norme vigenti in materia obbligano la presenza di un addetto qualificato per tutta la durata dell’apertura della struttura. Due nodi, quindi, difficilmente da sciogliere. Se arriva il via libera da Roma ci sarebbe, poi, la questione legata a chi dovrà vigilare sull’ascensore e sugli utenti. Le normative stabiliscono che deve essere una persona specializzata a cui occorre fornire anche un apposito spazio che al momento manca. Un bel grattacapo per la giunta Trematerra. Uno strumento veloce e comodo che colleghi l’area pedonale con il centro storico è di fondamentale importanza. In via Padula, infatti, sono ubicati una serie di servizi (Asl, poste, scuola, banca, negozi). Ecco, perché, nel 2003 il governo locale di centro destra, nell’ambito del Psu, piano di sviluppo urbano, pensò ad un collegamento tra le due zone con un progetto che prevedeva delle scale mobili. Nel 2005 l’esecutivo di centro sinistra, guidato da Elio Coschignano, ritenne opportuno cambiare il progetto e puntare, invece, sull’ascensore con il rischio di perdere i finanziamenti regionali.
Cinque anni non sono bastati, però, a consegnare l’opera alla comunità. La struttura, inoltre, più volte è stata al centro di polemiche e perfino criticata dall’allora assessore regionale all’urbanistica, Tripodi, che, in occasione di una sua visita, la definì “un obbrobrio mal concepita nel contesto architettonico e urbanistico dell’area.” A lui si aggiunsero anche Udc e IdV. Ora la palla passa al governo Trematerra, ma il problema è di non facile soluzione. Sicchè i cittadini, per raggiungere via Padula, lo faranno ancora a piedi o in auto.




PUBBLICATO 28/05/2010

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