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A primo impatto, spontaneamente, dico: “Meglio tardi che mai!”
Questa constatazione non vuole essere una critica, ma non ricordo che sia mai stato organizzato un convegno, per ricordare questa grande figura del nostro tempo.
Un plauso va al Liceo Scientifico e Classico “V. Jiulia”, ai docenti (Paola Capalbo e altri ,) agli Enti che hanno patrocinato l’evento, e non ultimo ai ragazzi, che con molta passione hanno preparato questa manifestazione, denominata “NO MAFIA DAY”, e a cui parteciperanno: Giovanni Speranza, sindaco di Lamezia Terme (più volte minacciato di morte); Rubbettino Editore, che in questi mesi è stato promotore della campagna editoriale “ Non bacio (le mani)”, e Don Mimmo Nasone, referente nazionale per la Calabria dell’Associazione “Libera” di Don Ciotti.
Giovanni Falcone, grazie anche all’idea straordinaria di Caponnetto, costituì insieme a Borsellino e Dilello, il Pool antimafia, che si occupava a tempo pieno dei processi di mafia, al duplice fine di ridurre al minimo i rischi personali, scambiandosi informazioni, e assicurando una visione organica del fenomeno Mafioso, fino ad allora sottovalutato, dall’intera società ma soprattutto dalla poli-tica.
Durante il periodo dell’adolescenza, ricordo di nutrire tanto interesse nel leggere libri, un pò diversi rispetto a quelli dei miei coetanei (se penso solo a Indro Montanelli con “L’Italia degli anni di piombo”, Corrado Alvaro e altri), e avevo, anche, finito di leggere “Cose di Cosa Nostra”, di Marcelle Padovani, giornalista francese che aveva realizzato il saggio intervistando Giovanni Falcone: ero davvero fiero di quell’uomo e dei suoi colleghi, che stavano rischiando la vita per lo Stato, proprio quello Stato che rifiutava il termine “Mafia”.
Il 22 Maggio 1992 ricordo di aver pianto tanto: era caduto un mito!! Col passare dei mesi, dopo una grande mobilitazione popolare, pensavo fosse giusto quello che affermava lo stesso Falcone: “La Mafia è un fenomeno umano e come tale ha un inizio e una fine”, ma di fatto non fu cosi. E, ancora, pensavo che quando sarebbe salita al governo quella parte di politica che era sempre stata “opposizione”, le cose sarebbero cambiate, e invece…… nulla di tutto ciò! Giovanni Falcone non era un eroe, ma era un uomo che “serviva” il suo Paese.
Nel corso degli anni, mi sono reso conto di essere stato un “codardo”, perché mi sono indignato, ma non ho mai cercato di fare altro, “Ho gettato la spugna con gran dignità” (Fabrizio De Andrè). La scuola, come istituzione, che dovrebbe essere l’organo preposto ad educare i giovani ad una coscienza civica forte, non è riuscita a smuovere le coscienze dei ragazzi, ed oggi il rischio di “DIMENTICARE” è molto elevato, considerato che si legge poco e si trascorre molto tempo davanti ai social network, a vivere una vita virtuale lontana dalla realtà.
La mattanza di quegli anni ha cambiato molte vite, soprattutto quella dei familiari delle vittime (ma non solo quelli di mafia, perché ancora oggi, noi Italiani, non sappiamo il perché dei morti di Ustica, chi furono i mandanti di Piazza Fontana?, di Bologna? chi non ha voluto salvare Aldo Moro?).
Si tende a dimenticare tutto…..ma forse è pur vero quello che dice il “divo” Andreotti ( proprio lui implicato a vario titolo in tutte queste stragi, ma ancora lì “presente”, e come diceva Machiavelli, “ E’ importante la presenza”): “Non esiste il bene e il male, ma siamo tutti dei medi peccatori”.