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Centro sinistra al minimo. Il PD si interroga.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
C’era una volta il centro sinistra. I numeri dicono che la sconfitta è stata pesante. Di quelle che lascia poche interpretazioni. Rispetto al 2005 alla coalizione mancano duemila voti mentre il candidato sindaco Cozzolino non è andato oltre il 42% a confronto del 50,33% del vincente Coschignano che cinque anni fa riuscì a battere il favorito e uscente Tenuta. Certo, allora la coalizione era formata da sette partiti e quasi tutti di peso. Negli ultimi cinque anni, però, è cambiata l’opinione ed anche la geografia politica.
Basti pensare che Cozzolino l’ha spuntata solo in quattro sezioni; Cerasello, Sant’ Angelo, Duglia e Foresta, tutte ubicate in periferia mentre nel resto della città il centro destra ha giganteggiato. Alla fine l’ex presidente del consiglio raccoglie poco oltre cinquemila consensi. Mai il centro sinistra era caduto così in basso. Dirigenti e iscritti della coalizione, e del Pd in particolare, stanno metabolizzando la sconfitta, dura a digerire, dopo di che inizierà l’analisi del voto attraverso una discussione che si preannuncia infuocata.
Primo dato; il Pd tiene e ottiene oltre tremila voti, il 22%,ovvero più 8% rispetto alle provinciali e più 4% delle europee mentre le altre forze raggiungono cifre mediocri; IdV, secondo partito, l’8%, i Verdi il 4%, Prc-Pdci il 5%. Ciò significa che la mobilità dell’elettorato acrese è un dato di fatto e che oggi ha premiato Trematerra dell’Udc che bene si è inserito nelle divisioni e nella confusione del centro sinistra e che ha incassato numerosi voti del centro sinistra stesso.
Secondo dato; gli imputati. Il dito viene puntato al candidato sindaco, reo secondo alcuni di non aver saputo tirare la volata, e al segretario Pino Capalbo alla guida del Pd, partito di maggioranza relativa, da un anno mezzo e candidato più votato. Ai più, però, appare riduttivo dare la colpa solo a loro due. Eppure entrambi, alla prima riunione utile, saranno oggetto di aspre critiche. Cozzolino e Capalbo lo sanno e hanno già pronte le contromosse.
Terzo dato; le primarie. Il Pd c’è arrivato male e tardi, in sostanza a due settimane dalla presentazione delle liste. Insomma la resa dei conti è cominciata. Tutti, o quasi, chiederanno il ricambio della classe dirigente e l’azzeramento delle cariche. Si apre una stagione dei veleni nel Pd, la resa dei conti e le lotte personali. Capalbo e Cozzolino l’hanno messa nel conto. Poi ci sarà il congresso di maggio. Nel frattempo al Pd, e solo a lui, spetta il difficile compito di fare opposizione a Trematerra ed al centro destra ma soprattutto a rappresentare i tanti elettori del centro sinistra.

PUBBLICATO 16/04/2010

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