OPINIONE Letto 4251  |    Stampa articolo

La Politica e le sue aberrazioni.

Giuliana Faragasso
Foto © Acri In Rete
L’articolo del sig.r Giulio Gencarelli mi consente di fare delle divagazioni postelettorali. Da una lettura chiosata dello scritto, emerge una condotta poco ortodossa di molti candidati e ne viene fuori un ritratto dai contorni poco nitidi. Concordo pienamente su quanto, ormai, sembra un dato certo: Politica e Democrazia è un binomio difficile da coniugare perché, purtroppo, la politica diverge sempre più dalle regole democratiche per via delle sue infinite aberrazioni. Aristotele sosteneva :<<L’uomo è per natura un animale politico>> e <<La libertà è il fine di ogni democrazia>>.
Parole, queste, che mal collimano nella realtà odierna! Ad ogni modo, “Ubi maior, minor cessat”: a venir meno non sono solo le regole del vivere democratico, ma l’essere uomo che, ormai, sfiora il ridicolo e rasenta la vergogna. Netta l’affermazione del centrodestra nella nostra Regione: possiamo dire oggi, con ironica malinconia, che “tanto tuonò, che piovve!”. Era nell’aria, inquinata, tuttavia, la voglia di imporsi e di sbotto, di separazione e di vendetta. La memoria storica ci porta, inevitabilmente, indietro negli anni: un triste passato che pensavamo fosse ormai lontano, minaccia il presente e suscita non poche preoccupazioni per il futuro.
Ricordando Gramsci <<L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari>>.
Sbagliato l’astensionismo: il voto, infatti, se è espressione libera della volontà del cittadino, è la leva per cambiare lo stato delle cose, oltre che un diritto e un dovere civico, e noi cittadini possiamo far la differenza dando la nostra preferenza al candidato che riteniamo specchio di moralità. L’appuntamento elettorale si è tenuto in un momento storico caratterizzato da una forte crisi economica che si riflette negativamente su diversi aspetti della vita del Paese, penalizzando oltre misura le fasce più deboli della popolazione e allentando il tessuto già usurato della democrazia. Il venir meno delle più elementari regole della civile convivenza, l’imbarbarimento crescente dei rapporti personali, politici e istituzionali, la disaffezione progressiva dei cittadini nei riguardi della politica, sono segnali di un forte malessere. In tale difficile contesto nazionale, occorrerebbe il massimo della concordia, uno spirito unitario di orgoglio che dovrebbe coinvolgere tutti e, invece, ogni giorno, ci è dato assistere, come in un crescendo rossiniano, a divisioni, scontri, offese, ricatti che danno la cifra del livello cui è scaduto il confronto politico e del basso grado di qualità che dimostra la classe dirigente che ha in mano le sorti del Sistema/Paese.
Prevalgono i peggiori istinti, gli ingordi appetiti, il più indecente “particulare”, la conservazione ad oltranza del posto di potere e, ancor più grave, nei luoghi di aggregazione, un diffuso clima di inciviltà che fa tutt’uno con la volgarità del linguaggio. Siamo alla deriva totale e ben si prestano le parole di compianto del grande Dante sulla condizione dell’Italia <<Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!>>.
La Calabria ripropone le sue zone d’ombra: Turismo, Trasporti, Sanità, Offerta Formativa, Produttività, Legalità, Giovani, Ambiente non sono argomenti di oggi, sono gli argomenti di sempre. E’ a partire da tali emergenze che si deve imboccare il cammino di una trasformazione che liberi la nostra terra da tutti i mali che l’opprimono. Mi vengono in mente le parole di un noto scrittore quando mandava messaggi disperati di aiuto per il Mezzogiorno e diceva: <<…per il Sud occorrono libri e strade, libri e lavoro, libri e legalità>> necessari per traghettarlo verso un’epoca di riscatto. Occorre l’impegno di tutti per una Calabria dove tutti chiediamo mezzi necessari per decollare, porte aperte di fiducia e lealtà reciproca, porte aperte per comunicare e strumenti per acquisire più conoscenze per essere competitivi.
Urge la necessità di recuperare i decennali ritardi, la politica dovrà riconquistare una precisa identità e spazi nuovi di ascolto che ne recuperino la credibilità e la dignità istituzionale. Basta alla concezione personalistica della politica! Chi ha vinto, governi! E che i vari vassalli/valvassori/valvassini sfondino la corazza dell’egoismo che ci ha <<snaturato in uomini solitarii ed impettiti, con il cuore piccolo, la vista miope che nulla vede al di là delle domestiche pareti, nulla al di là dei congiunti di terzo grado…>> (Padula). La strada larga e in discesa dell’egoismo e della miopia sociale è, fuor dubbio, molto più appetibile della stretta e ripida strada che porta alla maturazione personale e al benessere comune. Il grande priore di Barbiana, don Lorenzo Milani, avrebbe da tempo lanciato il suo monito:”o si cresce tutti insieme o si affonda tutti…”.

PUBBLICATO 08/04/2010

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