E' perverso, secondo qualcuno le colpe sono sempre degli altri.
Leonardo Marra
L’ “ufficio stampa comune” (in persona) faceva infatti riferimento alle regole ed ai segnali stradali che devono essere rispettati perché altrimenti, se così non fosse, (cito testualmente) “staremo parlando dello sperduto far west, nel quale ognuno si sente autorizzato a fare come gli pare solo perché lo ha sempre fatto”. Inutile rispondere, in quel frangente, che il mio intento era solo di evitare, al di là dei segnali, il verificarsi di qualche incidente. Evitai allora di intavolare una discussione polemica quanto (mi resi conto) sterile, preferendo immaginare che l’autore di quell’articolo fosse realmente in buona fede. Ed eccomi ancora qui, mesi dopo, per suggerire, a quell’articolista, di farsi un giro, in auto, per le strade di Acri con gli occhi ben aperti; in modo da verificare come le sue parole si infrangano contro le decine di situazioni di pericolo che continuano a persistere in città.. Infatti, se le regole devono essere rispettate, immagino che siano tutti a doverle rispettare (anche se di questi tempi non è detto) e dato che il codice della strada è un insieme di regole, queste vanno rispettate sia dagli automobilisti sia da chi, per esempio, in occasione di modifiche nella circolazione stradale, è tenuto a segnalarle con la necessaria attenzione. E veniamo al punto… Mi spiega l’ “ufficio stampa comune” cosa sta succedendo, per esempio, alla rotonda su via Aldo Moro? Sono più o meno tre mesi che è stato costruito un cordolo (di una quindicina di cm) il quale oltre a delimitare la sede stradale ne ha deviato il naturale percorso e l’unica segnalazione di questa situazione era quella specie di rete rossa che di solito segnala un cantiere. Era, perché all’improvviso scompare anche la rete rossa, lasciando questo ostacolo (il cordolo), praticamente senza segnalazione, se si eccettuano un segnale di lavori in corso ed una serie di tre minuscoli cartelli verticali a strisce bianche e nere (per chi proviene dal “Calvario”), assolutamente insufficiente ad indicare il pericolo (e adesso venga l’"ufficio stampa" a dirmi che vaneggio e che è tutto a norma). Per quel tipo di ostacolo e per la relativa “rotonda” vanno adottate (per legge) una serie di segnalazioni atte a garantire la sicurezza della circolazione. In particolare, rammento che, in aggiunta ad altre auspicabili segnalazioni evidenti, i cordoli vanno segnalati con strisce oblique alternate, di colore giallo e nero, tracciate sull’ostacolo per tutta la sua lunghezza ( art.175 del D.P.R. 16 dicembre 1992, n.495), soprattutto in considerazione del fatto che la maggior parte di questi muriccioli di notte sono situati in zone “d’ombra” (l’illuminazione pubblica, insufficiente per il luogo, ne lascia tratti al buio e quindi praticamente invisibili), né vale il discorso che ci sono ancora lavori in corso, perché altrimenti non si spiegherebbe come mai siano stati eliminati gli unici elementi (le reti rosse) che ne determinavano la visibilità.. Dimostrazione di ciò? C’è già stato un incidente a causa di quel cordolo non segnalato. E questo non è l’unico caso, infatti molti altri “cordoli stradali” sparsi per la città risultano senza le prescritte segnalazioni, essendo la vecchia vernice utilizzata scomparsa ormai da tempo. E non parliamo delle strade che in maniera del tutto innaturale ad un certo punto del loro percorso presentano, inspiegabilmente delle chicane pericolose alla fine di tratti rettilinei; esattamente nello stile “formula 1”. Ora mi aspetto che, almeno per onestà intellettuale e coerenza, anche in questo caso l’”ufficio stampa comune” reciti (come 4 mesi fa) che:” in un paese civile la responsabilità è soggettiva, chi si pone fuori dal rispetto delle regole se ne assume la responsabilità secondo i più elementari principi del diritto.” Solo che stavolta la responsabilità è difficilmente imputabile agli automobilisti. Per chi ne avesse voglia i due articoli in questione sono: Articoli 1 Articolo 2 per il regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada: clicca qui P.S. Visto che chi vi scrive espone le proprie idee in prima persona, sarebbe un atto di pura cortesia indicare, oltre ad un generico “ufficio stampa comune”, anche il nome di chi risponde agli articoli, pur nella consapevolezza (di chi legge) che la responsabilità delle loro affermazioni non è della singola persona, ma della istituzione che essi rappresentano.
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PUBBLICATO 17/03/2010
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