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Acri (Serricella): frana, sgomberata famiglia.

Deborah Furlano
Foto © Acri In Rete
Nel comune di Acri, tutto è cominciato venerdì mattina intorno a mezzogiorno. La famiglia che occupa uno dei tre stabili in contrada Serricella avverte un movimento verticale verso il basso che fa “ballare” l’intera abitazione. Ma solo nel tardo pomeriggio intorno alle 17, il caposquadra del Comune dà l’allarme per una frattura continua aperta su un fronte di strada di circa trecento metri tra i bivi Canaletta e Cutra sempre in contrada Serricelle. Arrivato sul posto l’ingegnere capo dell’amministrazione comunale Elio Feraudo insieme al comandante dei vigili urbani Angelo Ferraro, al responsabile comunale della protezione civile Raffaele Pignataro ed al geometra, responsabile del settore edilizia, Terranova, da un primo sopralluogo hanno immediatamente disposto la messa in sicurezza della zona interessata dallo smottamento chiudendone la viabilità. Non si sono sottratti i tecnici del Comune dal procedere ad una ulteriore verifica dei fabbricati che si trovavano a ridosso della zona franata scoprendo una condizione precaria degli stabili in seguito al cedimento del terreno ed ordinando l’evacuazione temporanea di una famiglia abitante in uno dei palazzi. Nel pomeriggio di ieri, al termine del sopralluogo, il sindaco Elio Coschignano ha firmato l’ordinanza di sgombero.
Solo ieri mattina, con l’arrivo della squadra del 115 coordinata da Vittorio Imbrogno, chiamati per un controllo sulla stabilità delle costruzioni si è riscontrato un abbassamento delle fondamenta causati dal cedimento del terreno con la conseguente ordinanza di sgombero immediato degli edifici in attesa dei sondaggi geognostici disposti da parte degli enti competenti. Gli abitanti del luogo raccontano di una frana che interessò la zona negli anni ‘50 a seguito della quale si formò un vuoto nel terreno che fu riempito con materiale di riporto e dove oggi sorgono i tre fabbricati dichiarati inagibili. Rimangono momentaneamente senza un tetto, la famiglia evacuata temporaneamente, un ufficio privato ed un’attività commerciale. Il palazzo ha retto bene alla forza d’urto della frana perché costruito in cemento armato.
L’ingnegnerre capo dell’amministrazione comunale di Acri Feraudo, infatti, ha spiegato che i fenomeni fondamentalmente sono stati due, perchè la strada è una cosa, i palazzi un’altra. Sempre Feraudo parla dell’apertura di una sacca sotto i palazzi e da qui qualche infiltrazione che ha provocato il cedimento con delle lesioni al fabbricato. Si attende il responso degli esami geognostici per vedere se si mette in opera un sedimento di cemento armatop per consolidare il fabbricato.


Fonte: "Calabria Ora" del 07-02-2010.

PUBBLICATO 07/02/2010

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