Tu sei l’amato...
sac. Sergio Groccia
L'attesa crea sempre delle domande, apre lo spazio interiore a una comprensione più profonda. Per questo al Signore piace l'attesa. È il tempo in cui l'uomo si trasforma, si coinvolge, fa discernimento su ciò che veramente vale per lui … L'attesa crea delle domande e dispone a ricevere risposte. Domande che restano in cuore, domande non formulate, domande che sono alle volte come tarli che scavano e aprono sentieri di nuovo sentire. E allora le risposte arrivano, al momento giusto qualcuno di dice la sua identità e ti indica le tracce di Dio. Giovanni battezza con acqua, Gesù battezzerà in Spirito Santo e fuoco. L'acqua lava, lo Spirito e il fuoco asciugano, traforano. L'acqua non fa male, porta via le brutture, il fuoco scotta, lascia il segno. Gesù è più forte di Giovanni. Eppure Gesù è lì, fra il popolo, e attende di ricevere il battesimo. Perché? Lui è sceso nelle acque del peccato per dirci che siamo preziosi per lui. Ha scelto di stare dove noi stiamo, non per restarvi, ma perché quel momento si apra a qualcosa di più. Ed è possibile proprio perché Lui è con noi. Infatti il cielo si apre e la vita di Dio si espande. Lo Spirito prende forma. È come una colomba. Vola. Va e torna a dire con il ramoscello di ulivo che l'inondazione del diluvio è cessata, inizia il tempo della rinascita. L'arca della nuova alleanza con l'uomo si è riaperta e la voce del Padre ne dà conferma. Tu sei il mio Figlio, l'amato. Essere figlio equivale a essere amato. Le acque si santificano per la presenza di Gesù, sono le acque non più del giudizio sulle responsabilità umane ma le acque dell'abbraccio originale della vita, le acque del grembo di Dio, le acque della vita. Lo stare in preghiera di Gesù è per noi immagine di quello che a noi è dato per aprire il cielo. Come Giovanni non siamo degni di toccare il laccio dei sandali di Cristo, ma come peccatori siamo degni di ricevere il sigillo del fuoco che ci plasma e ci rende figli amati. Quella voce non è per Gesù solo, perché Gesù sta lì con tutti gli altri. Quella voce è per chiunque si sente amato come figlio, per chiunque accoglie il battito d'ali dello Spirito nelle sue vicissitudini quotidiane. Quella spinta che ti porta a scendere accanto all'altro per accogliere insieme a lui la misericordia del Padre e non ti fa sentire da più rispetto a un altro, semplicemente "immenso", degno di essere amato in quanto generato dall'alto. |
PUBBLICATO 12/01/2010
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