Art3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Nonostante la bocciatura del lodo Alfano che violava - anche e non solo -  l’appena citato articolo della nostra Costituzione, l’azione salva-premier sembra non placarsi. Gasparri ha frettolosamente pianificato una soluzione che,se approvata,  potrà tranquillizzare il premier e tutto il suo popolo della libertà: si al processo breve applicabile a reati  gravi quali la corruzione, la malversazione, la frode,  tutti i reati fiscali e societari  e altri ancora.
Ciò, come è noto ai molti, bloccherebbe i tre processi del premi  ma in aggravio ne  manderebbe al macero migliaia, con il trionfo dei rei e la sbeffa delle vittime.
Il sistema giudiziario italiano ha bisogno di una riforma che acceleri i tempi processuali  e garantisca il corretto svolgimento giudiziario ma nella formulazione non và ignorata la magra  situazione economica che affligge i  tribunali italiani. E’ proprio la mancanza di finanziamenti che  dilata i processi negli anni e imporre una legge che ne accorcia drasticamente i tempi senza tenerne conto significherebbe favorire l’illegalità creando un “popolo di impuniti”. E in aggiunta l’aspetto più inquietante è la tranquillità con cui  questi provvedimenti vengono fatti e presentati al  popolo sovrano: necessari ma soprattutto urgenti. Ma urgenti per chi?
La risposta è notoriamente inferibile ma non è altrettanto scontato che ciò accada in un Paese democratico come il nostro vanta di essere.