OPINIONE Letto 3035  |    Stampa articolo

Piensieri con le rotelle.

Angelo Sposato
Foto © Acri In Rete
Inseguire la dignità, le opportunità ed avere gambe fiato o sedie a rotelle o stampelle e fantasia per raggiungerle non basta. Talvolta, ma troppe volte spesso, sono coloro che guardano ad interferire in questa corsa, anche solo con l’indifferenza o l’alibi burocratico, ed impediscono di soddisfare il traguardo.
Le vicende da raccontare sono sempre le stesse e questo non va a favore della sopra-elevata civiltà. Le vicende sono di colore grigio come il doppiopetto di chi rivendica la presunta soluzione di esse.
Il trasferimento, dopo tante battaglie, in altra sede del Centro di Riabilitazione di Acri non ha risolto la sostanza dei suoi problemi, anche se le istituzioni, sindaci assessori dirigenti, ritengono che con il solo trasferimento si sia trovata la risoluzione a tutto.
I nostri politici possono scomodare il loro assetto da poltrona per poter esibire un fallico elevatore, venerei pertugi di cemento o arrotondamenti di incroci di scuola astrattista, ma non per filtrare quella dose di vita tagliata male e toccata, per sorteggio del destino, ad altri.
E’ più facile assumere l’egoismo e l’opportunismo politico a sfavore, però, della solidarietà e dell’impegno, in chiave di amministratori, per instaurare un assetto di dignità e di opportunità per alcuni nostri concittadini acresi, colti da un infausto black-out della natura.
Ancora una volta, si deve parlare dei mancati interventi di aumento del personale per migliorare l’assistenza nel Centro di Riabilitazione, ed offrire, a chi ne ha bisogno, prestazioni e terapie più continue e più diffuse.
Il primo ottobre scorso, per conto dei genitori e parenti di persone diversamente abili, è stata consegnata a mano al Comune di Acri, sindaco ed assessore ai Servizi Sociali, ai dirigenti dell’ASP di Cosenza ed al distretto sanitario locale, un’istanza stilata da un legale, in base alle leggi vigenti in materia, per portare il Centro di Riabilitazione, almeno, sugli standard previsti dai “requisiti minimi organizzativi”.
Tale istanza doveva ricevere risposta entro trenta giorni, ma ad oggi nessuno ancora lo ha fatto e questi genitori e parenti di persone diversamente abili, anche se con il supporto di un legale, sembra che si siano rivolte alla sordità di un muro.


Di seguito riporto il contenuto dell’istanza, ma priva dei nomi dei firmatari per mantenere la loro privacy.

Al Direttore Generale dell’ASP di Cosenza
Dott. Franco Petramala
In Sede

Al Responsabile
Unità Operativa Attività di Riabilitazione
Distretto Sanitario di Acri
Dott.ssa Cleofe Luberto
In Sede

Al Direttore
Distretto Sanitario di Acri
Dott. Vincenzo Arena
In Sede

Al Responsabile Servizio di Fisiatria
c/ o Poliambulatorio del Distretto Sanitario di Acri
Dott. Giacomo Cozzolino
In Sede

p.c.

Al Sindaco
del Comune di Acri
In Sede

All’Assessore alle Politiche Sociali e alla Sanità
del Comune di Acri
In Sede

OGGETTO: Centro di Riabilitazione sito nel Comune di Acri.

In nome e per conto dei sottoelencati Sigg.ri, che sottoscrivono per ratifica e conferma:

  1. C. G. A. - E. P. - S. D. - B. G. - F. R. - F. A. - F. C. - F. M. - M. F. - P. G.

Con la presente si vogliono sottoporre all’attenzione delle SS.VV. talune problematiche concernenti il Servizio di assistenza e riabilitazione di cui all’oggetto e che necessitano di interventi urgenti, indifferibili e non più procrastinabili.
E’ oramai da tempo che gli odierni rappresentati hanno segnalato, a chi di spettanza, carenze afferenti il servizio di cui si discorre e che si traducono, inevitabilmente, in una ingiustificabile compromissione e mortificazione del diritto, costituzionalmente rilevante, all’assistenza delle persone con disabilità.
In particolare, nel Centro di Riabilitazione del Comune di Acri, rispetto al numero dei pazienti che necessitano di interventi mirati e quotidiani, assolutamente insufficiente risulta il numero delle professionalità impiegate, per ciò stesso impossibilitate a garantire un’assistenza continuativa.
Invero, le figure presenti (tanto per ricordarlo a noi stessi!) sono solamente:

  1. n. 1 operatore di fisiokinesi (per i minori) per soli 2 giorni a settimana (per gli altri 3 giorni è stato trasferito, per quel che è dato sapere, a Rende);
  2. n. 1 operatore di fisiokinesi (per adulti) per 5 giorni a settimana (attualmente, però, tratta 2 minori);
  3. n. 1 operatore di neuropsicomotricità per 5 giorni a settimana;
  4. n. 1 operatore di logopedia per 5 giorni a settimana;
  5. n. 1 educatore per 3 giorni a settimana.

Da tale quadro emerge non solo una forte discrepanza tra il numero delle professionalità impiegate e le richieste (che sono tante!) di intervento (il che emerge vieppiù sol che si consideri che il bacino di utenza non è circoscritto al territorio acrese ma si estende a tutti i paesi viciniori), ma finanche l’assenza di figure di contro indispensabili per l’effettivo raggiungimento delle finalità cui il Centro è preposto: mancano Fisiatri per i pazienti in età evolutiva così come assenti risultano gli Operatori addetti all’assistenza (OSS), la figura del Coordinatore nonché un Fisioterapista per gli interventi a domicilio a favore dei pazienti cronici.
E’ inevitabile che siffatta carenza/assenza di personale va ad incidere negativamente sulla continuità dell’assistenza riabilitativa, soprattutto di tipo sanitario (e, quindi, sulle possibilità di concreta attuazione del ‘progetto riabilitativo individuale’ relativo a quanti frequentano il Centro di Riabilitazione perché affetti, per la gran parte, da patologie a carattere involutivo, quindi bisognosi di interventi di riabilitazione estensiva), nonché sulla predisposizione di interventi socio-sanitari domiciliari a favore di pazienti cronici.
Ebbene, tutto ciò si pone in evidente distonia oltre che con le finalità solennemente sancite dal legislatore con la legge 104 del 1992 (fra cui, giustappunto, la necessità di assicurare ‘i servizi e le prestazioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle minorazioni’ - cfr. art. 1 L. 104/92), finanche con le ‘Linee-guida del Ministero della Sanità per le attività di riabilitazione’ (DM 7 maggio 1998).
In particolare, queste ultime sono state recepite dalla Regione Calabria fin dal 1999, con DGR n. 3137 del 7 settembre 1999 (di integrazione della precedente DGR n. 133 del 15 febbraio 1999), ove è innanzitutto stabilito che rispetto alle attività di riabilitazione estensiva (destinate al trattamento, nel lungo termine, di disabilità importanti, spesso multiple, con possibili esiti permanenti; di pazienti affetti da gravi patologie a carattere involutivo; di pazienti ‘stabilizzati’ nella loro condizione di non perfetto recupero funzionale) deve essere comunque garantita la continuità delle stesse, con trattamenti valutabili tra una e tre ore giornaliere su cinque giorni a settimana.
Sono altresì indicati gli standard minimi di personale, rapportati a 36 prestazioni pro die individuali o di piccolo gruppo (standard che ora sono stati posti finanche quali ‘requisiti minimi organizzativi ai fini dell’accreditamento delle nuove strutture per le attività di riabilitazione in fase estensiva, e tanto nel recente Regolamento Regionale n. 13 dell’1 settembre 2009: Regolamenti e manuali per l’accreditamento del sistema sanitario regionale’):

  1. Direttore Sanitario: 8 ore settimanali;
  2. Medico Specialista: 18 ore settimanali;
  3. Psicologo: 22 ore settimanali;
  4. Tecnico di rete sociale: 22 ore settimanali;
  5. Terapista e/o tecnico della riabilitazione: 6 unità;
  6. Operatore addetto all’assistenza: 2 unità

Ebbene, a noi sembra (e se non è così vogliate correggerci!) che l’organico destinato al Centro di Riabilitazione del Comune di Acri, rapportato al bacino di utenza, sia assolutamente insufficiente e, comunque, numericamente non rispondente agli standard minimi normativamente imposti.
Gli effetti che ne conseguono sono indubitabilmente deleteri: lunghe liste di attesa di pazienti bisognosi di interventi riabilitativi quotidiani e continuativi; discontinuità del trattamento di altri; assenza di qualsivoglia forma assistenza socio-sanitaria a favore di malati cronici (alcuni dei quali - vivendo, oltretutto, in contesti familiari precari - subiscono in maniera ancor più accentuata gli effetti della mancata presa in carico da parte delle Istituzioni preposte).
Eppure quello all’assistenza è indubitabilmente un diritto costituzionalmente garantito, tanto che la Corte di Cassazione, già con sentenza n. 10150 del 1996, ha emblematicamente riconosciuto natura non di mero interesse legittimo ma di diritto soggettivo (pertanto esigibile) alla posizione sostanziale del cittadino con disabilità e/o malato cronico rispetto alla erogazione di prestazioni sanitarie ed attività di rilievo sanitario (quali sono, sicuramente, gli interventi di riabilitazione, compresi quelli a carattere domiciliare per i malati cronici).
Stante tutto quanto detto, non si può che
invocare e reclamare
un rapido e non più differibile potenziamento delle risorse umane e delle professionalità da destinare al Centro di Riabilitazione sito nel Comune di Acri, sì da garantire la effettività ed efficacia dei singoli ‘progetti di riabilitazione’, e quindi la possibilità che gli stessi possano essere attuati in maniera ordinata e continuativa, e tanto per far sì che ‘l'autonomia raggiungibile nei diversi ambiti possa tradursi in autonomia della persona nel suo complesso e comunque in una migliore qualità della vita della persona’.
Vogliate, pertanto, attivarVi, ciascuno per quanto di propria competenza, sì da consentire una pronta soluzione dei gravi problemi prospettati, altrimenti destinati a produrre effetti irreversibili ai danni e sulla pelle dei Vostri Pazienti.
Si attende, comunque, una risposta scritta.
Acri, 1 ottobre 2009


Avv. Sergio Algieri


Per ratifica e conferma
C. G. A.
E. P.
S. D.
B. G.
F. R.
F. A.
F. C.
F. M.
M. F.
P. G.



PUBBLICATO 23/11/2009

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