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Se "passa" Cozzolino niente Coschignano bis.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
L’attuale sindaco Coschignano, espressione Pd, non ha ancora sciolto le riserve. Ovvero se ricandidarsi o meno. La questione, per la verità, non è stata neanche affrontata all’interno del partito. Ciò non vuol dire che Coschignano non abbia progetti. L’attuale primo cittadino, infatti, potrebbe anche passare la mano, cioè tirarsi indietro, ma solo ad una condizione. Che il candidato sia uno dei suoi più stretti collaboratori, cioè Giacomo Cozzolino, in questo momento il suo alter ego, attuale presidente del consiglio, e già candidato sia alle regionali che alle provinciali, in cui ha raccolto sempre ampi consensi.
Un nome, quindi, radicato sul territorio su cui, però, non ci sarebbe convergenza dell’intero partito. Un bel grattacapo per i democratici, anche perché sia Coschignano che Cozzolino, più volte, si sono dichiarati contro le primarie, sia di partito che di coalizione. Quali gli scenari, allora? Un’operazione di forza di entrambi o un percorso diverso da quello del Pd? Nel primo caso Coschignano, che potrebbe optare anche per altre strade, chiederebbe al suo partito perché mai dovrebbe sottoporsi alle primarie se sia Pd che il resto della coalizione, almeno una parte cospicua, ha sempre dato giudizi positivi sul suo operato. Ecco perché l’attuale sindaco non molla facilmente se non per il presidente del consiglio che, però, non avrebbe vita facile soprattutto nel suo partito.
Seconda ipotesi. Se la loro linea non dovesse passare, entrambi potrebbero lavorare per un nuovo progetto, staccato dal Pd ma sempre vicino, magari un progetto satellite.
I bene informati affermano che Coschignano e Cozzolino, che in questo caso potrebbe essere il candidato sindaco, sono pronti a scendere in campo con almeno due liste appoggiate da qualche altra forza politica di sinistra. L’obiettivo sarà, naturalmente, arrivare al ballottaggio ed essere determinanti, ovvero conquistare almeno tremila consensi. Non sarà facile, ma da qui a marzo mancano cinque mesi, durante i quali Coschignano gioca le ultime importanti carte. Sia per lui che per Cozzolino. Ovviamente il tutto se non si fa l’accordo Pd-Udc.

PUBBLICATO 10/11/2009

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