A pochi mesi dalle elezioni amministrative non si capisce ancora quali saranno gli schieramenti che si confronteranno per governare la città. Ogni forza politica attende i movimenti dell’altra, sicchè vige un silenzio assordante rotto, ogni tanto, dalla più volte annunciata alleanza Udc e Pd. Ne parliamo con Luigi Bonacci, ex sindaco Dc, ora dirigente di spicco dell’Udc.
Allora, è possibile questo accordo?
Auspico qualcosa di diverso, un progetto politico piu' rappresentativo e con un consenso più vasto.
La nostra collocazione al centro ci rende scevri da posizioni preconcette e quindi guardiamo con lo stesso interesse sia verso il Pdl che verso il Pd. Non troverei nulla di scandaloso se, dopo una analisi attenta e obiettiva dell'esistente, si giungesse ad un accordo programmatico con i democratici. L’accordo sarebbe un fatto eccezionale e dirompente visto che nelle ultime due legislature si sono alternati nel ruolo di opposizione.

Come giudica la situazione attuale?
La città rispecchia quanto accade nel resto del Paese. I due blocchi di questo pseudo-bipolarismo non riescono a promuovere alcun dibattito né ad appassionare il cittadino sulle vicende politiche, per cui si vive una fase di silenzio che contrasta con la vivacità che ha sempre caratterizzato la nostra città.

Qual’è il suo giudizio sull’esecutivo guidato da Coschignano?
Governare una città complessa come Acri non è semplice ma diventa ancora più difficile quando in nome di una proclamata discontinuità si annullano atti della precedente amministrazione che godevano del favore della gente e che erano inseriti in un progetto di ammodernamento e di sviluppo, sostituendoli con atti improvvisati che non hanno portato benefici tangibili.

Un giudizio negativo, quindi.
E’ anche il giudizio che dà la maggior parte della popolazione. D'altra parte quando si parte con un bilancio di spesa corrente di circa 17 milioni di euro e si arriva a fine mandato con un bilancio di circa 14 milioni, significa che non si sono fatti passi avanti ma complessivamente la città ha subito un arretramento.

Quali secondo lei le priorità?
Il completamento della viabilità extra-urbana, il Psc, il risanamento del bilancio,il sostegno alle attività artigianali e all'occupazione, sono temi che non possono essere affrontati da una singola forza politica. Dobbiamo lavorare per la costruzione di un progetto politico credibile e trasparente che affronti alla radice i problemi e che antepone l'interesse generale a quello di parte.

A chi è rivolto l'invito?
A tutte quelle forze politiche e sociali che hanno una visione omogenea dei problemi e che mirano a costruire un governo forte ed autorevole che abbia il consenso della gente. Oggi occorre il superamento degli steccati ricercando e sperimentando nuove alleanze che non assumano il carattere politico ma quello strategico e programmatico. Se ognuno si adopera per cercare gli elementi che uniscono e non quelli che dividono, si potrà giungere ad un "Patto Per Acri" che potrà sicuramente fare bene alla città e che servirà anche a ridimensionare l'individualismo esasperato che ha caratterizzato la vita politica negli ultimi 10 anni.