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Statale 660 verso la chiusura.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
La notizia, ufficiosa, circola con insistenza ed ha provocato non poco apprensione nella comunità. Ma non solo. Un tratto della statale 660 Acri-Cosenza, starebbe per essere chiusa al traffico per urgenti e lunghi interventi di consolidamento. Il chilometro interessato è il numero 11, località San Lorenzo, a circa un chilometro dal centro abitato. 
Da alcuni mesi questo tratto è interessato da un vistoso quanto pericoloso smottamento, causato probabilmente da una perdita di acqua o dalla fragilità del terreno sovrastante, che ha messo fuori uso una delle due carreggiate, quella posta a sinistra in direzione Cosenza. Per pochi metri si è costretti a percorrere il tracciato a senso alternato. Il tratto interessato, seppur segnalato, è collocato, per chi proviene da Cosenza, subito dopo una curva a gomito. Prudenza e fortuna hanno evitato, finora, incidenti ma ora sul tracciato incombe la paura di un’ eventuale chiusura. A ciò starebbe pensando l’Anas, che gestisce la statale, per ripristinare la carreggiata interessata dall’avvallamento. Anche ieri sul posto si sono recati tecnici e funzionari per cercare una valida alternativa. Si è pensato anche di realizzare, a monte, una stradina in modo da bypassare la zona franata. Occorre, però, superare le resistenze dei proprietari terrieri che non sarebbero favorevoli a questa soluzione. Sicchè ne resta una che fa rabbrividire residenti e pendolari; percorrere la Provinciale Santa Sofia d’Epiro-Bisignano-Acri, la stessa che nell’aprile del 1999, per circa due mesi, fu utilizzata in occasione della chiusura della statale per il movimento franoso di località Serra di Buda, non molto lontano dal punto attuale. Allora l’Anas, per tutelare l’incolumità degli automobilisti, decise di interdire al traffico l’arteria, dapprima per l’intera giornata poi dalle 22 alle 7. Notevoli i disagi, molte le proteste e tempi di percorrenza, soprattutto per i mezzi pesanti, allucinanti. La stessa situazione, ma con tempi minori di chiusura (si parla di dieci giorni), potrebbe ripetersi oggi, a distanza di dieci anni. Gli acresi sperano di non rivivere quei momenti.

PUBBLICATO 08/09/2009

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