La presenza dell'istrice me l'avevano proposta fin da bambino, quando mi avevano regalato un aculeo maculato, più lungo e più sottile delle comuni penne per calamaio del tempo, però pensavo a questo animale come si può pensare ad un personaggio di una favola o di un cartone animato.
Passata la fanciullezza è andata svanendo del tutto anche la figura dell'istrice, insieme a tante altre figure reali o immaginarie, che popolavano la mia fantasia.
Non ci pensavo più a questo animale; anche quando me lo proponevano i documentari naturalistici, le sue immagini mi impressionavano alla pari delle immagini sulla vita di altri animali inusuali (castoro, nutria, tartaruga, cicogne, lama, orso, ecc.).
Ieri sera è ritornato prepotentemente nella mia vita.
Transitavo con l'auto su una strada provinciale quando i fari mi lasciavano intravedere per un attimo una figura, molto più massiccia e più lenta di una volpe, al bordo della strada. Incuriosito sono tornato indietro e la figura era ancora li, a spostarsi sulla strada.
Un groviglio di aculei sul dorso faceva svanire ogni dubbio: un istrice! Vedevo per la prima volta un istrice in carne e ossa!
Incredulo ed emozionato, gli sono stato dietro con l'auto, illuminandolo alla meglio, e cercando di "spingerlo" il più possibile fuori dall'asfalto.
L'istrice mi è stato davanti ed ha trotterellato goffamente per un centinaio di metri prima di trovare un varco nel muretto laterale ed inoltrarsi nel bosco. Finalmente al sicuro (con mio grande sollievo)! Non è passato nessun altro veicolo fortunatamente, ma ero pronto ad adoperarmi per la sua incolumità e libertà.
La serata, poi, è stata particolare, perché, percorrendo quel tratto, ho visto anche una volpe ed una faina.
Sono stato un testimone di presenze inconsuete, finanche rare, che mi propongono il mondo selvatico, tanto vicino e tanto fuori dalla nostra quotidianità quanto degno di essere considerato (per la sua interazione con il nostro mondo) in tutta la sua complessità e globalità.
Incontri veramente graditi che mi hanno spinto, come prima reazione, a suonare il clacson per allertarli al traffico e favorire l'associazione suono/luci/luogo/pericolo nel loro istinto di sopravvivenza.
Non saprò mai cosa potrà capitare all'istrice.
E' indubbio che la strada sarà sempre il luogo più pericoloso per lui, ma potrà soccombere a qualche volpe o ai cani randagi o agli incendi, però in qualsiasi caso ora so che questo animale e tanti altri sono tra noi e che il mio animo mi porta a fare interessare qualche associazione per garantire la loro sopravvivenza o il ripopolamento nel territorio o per rafforzare la cultura ambientalistica e, magari, a prevedere e programmare una serie di interventi contingenti (riserva faunistica, percorsi naturalistici per l'ecoturismo, guardie campestri e forestali, ecc.).
Chi me lo doveva dire che mi sarebbe toccato fare questa "scoperta"!
Sono stato prima meravigliato, poi felice ed ora sono obbligato a contemplare l'esistenza concreta di un'altra forma di vita intorno a me, ad utilizzarla in qualche discussione, anche se mi può alterare l'assodato o farmi rivedere alcune convinzioni e qualche "certezza".
E per domani … non potrò fare a meno di questa esperienza.