L'ultimo Consiglio comunale convocato per l'approvazione del Bilancio di Previsione 2009 è risultato una vera e propria resa dei conti tra il Sindaco e il suo partito. Un divorzio in diretta o se vogliamo una separazione in casa. Il partito di appartenenza viene accusato di mancata fiducia nei suoi confronti per la riconferma della sua candidatura del 2010 a Sindaco. Il Primo cittadino spara a zero sui dirigenti a lui avversi e schernisce sulle primarie per scegliere il candidato con il suo neo segretario. Tutto ciò, mentre un'altro consigliere di maggioranza lasciava in diretta il partito e si posizionava come indipendente. Misurano oramai il 25% i consiglieri indipendenti nel Civico Consesso, risultando attualmente la tipologia più numerosa pari solo ai consiglieri dell'UDC.
Sono state messe a confronto due città, una vista dagli occhi del Sindaco che snocciola numeri, battute dialettali e fantasia maccheronica e l'altra quella vista e raccontata chiaramente dai Consiglieri comunali dell'UDC dall'opposizione e da una buona parte dei Consiglieri di maggioranza. In mezzo troviamo i cittadini acresi, increduli e oramai attoniti, dai modi naif e dalle contraddizioni palesi tra la realtà che vivono ogni giorno e quello che il Sindaco vuole fargli credere.
Il personaggio collodiano si addice molto ai nostri amministratori, ma l'ingenuità, in tempi di crisi, non trova più posto nell'opinione pubblica. Non si può dire che non sono state aumentate le tasse, quando invece lo hanno già fatto ieri per farcele pagare oggi. Il partito dell'Udc lo aveva denunciato a suo tempo. Ora tutti si sono ritrovati dal mese di gennaio il 25 % di aumento sulla spazzatura e il 250 % di aumento sull'addizionale Irpef dal mese di marzo. Tutto questo accade perché il Comune langue tra i debiti vecchi e nuovi incurante della crisi economica in atto. Anche nel 2008, nonostante abbia già rimodulato e acceso nuovi mutui negli anni scorsi, indebitandosi per i prossimi 30 anni, ha continuato a ricorrere alla Cassa Depositi e Prestiti. La rata che il Comune deve pagare, con i soldi nostri, è arrivata a quasi un milione di euro ogni sei mesi. La pressione fiscale complessiva sui cittadini è arrivata a limiti insopportabili pari a 170 euro annui per persona. Per una famiglia di 4 componenti si dovranno considerare circa 700 euro all'anno di peso in aggiunta al caro vita dovuto all'euro.
La cultura latita, tre assessori al ramo in quattro anni, danno il senso della mancata oculatezza nel programmare una crescita culturale per la città di Acri. E badate bene non bisogna confondere un piano culturale con i viaggi in America o il semplice patrocinio ad un libro o qualche pranzo offerto agli autori come è stato prospettato finora.
I lavori pubblici di cui si parla sono sempre gli stessi di cinque anni fa finanziati dal centro destra con qualche variante peggiorativa. Perdiamo un edificio scolastico, paghiamo sugli sbagli della cattiva gestione amministrativa affitti scolastici, 80 mila euro per il mancato progetto di piazza B. Angelo e 500 Mila euro per l'ascensore di via Calamo con soldi nostri, quelli pubblici. Si inseguono sogni costosi come il teatro e si abbandonano le esigenze reali. Il Palazzetto dello Sport è incompiuto.
Gli operatori economici si lamentano,sono multati a dismisura, i disservizi sono continui. Il degrado amministrativo e urbano di Acri è sotto gli occhi di tutti. Gli atti vandalici all'arredo comunale, i gavettoni ai Vigili Urbani, il disagio sociale che sfocia nella tragedia dimostrano che è in atto una vera e propria deriva nichilista. E quando si perdono i valori e si sminuisce il senso istituzionale del governo della città che ci si svuota di contenuti e, purtroppo, si perde il buon senso della vita.