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De Vincenti (Capogruppo UDC) su PD, PDL e Occhiuto.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
Dott De Vincenti, nella sua prima uscita pubblica il segretario del Pd, Capalbo, ha aperto all’Udc.
Si tratta sicuramente di un fatto positivo perché in politica si dovrebbe sempre dialogare, specie fra forze al momento avversarie alternative e non nemiche. Importante, poi, è un rapporto politico dialettico per un partito come l’Udc, moderato, tollerante, senza pregiudizi, disposto ad ascoltare a trecento sessanta gradi ma con una chiara visione politica, portatore di un progetto sul quale confrontarsi con tutti i soggetti politici del territorio.
Un primo tentativo c’era già stato nello scorso mese di maggio ma poi fallì. Da allora è cambiato qualcosa?
Sono note le ricostruzioni al plurale dell’incontro, perché qualche partecipante fornì una versione un po’ troppo soggettiva alterandone così lo spirito ed i contenuti. Non c’erano le condizioni politiche per un dialogo costruttivo, nell’interesse della città, perché c’era, e c’è, una notevole discrasia fra quello che pensano e propongono i politici di area Pd, come il segretario Capalbo, e quello che poi quotidianamente fa l’amministrazione comunale sulla quale noi esprimiamo un giudizio fortemente critico e negativo. Un’amministrazione che ha prodotto solo spot pubblicitari del sindaco, dai funerali ai matrimoni, e che sta concludendo la sua esperienza per forza di inerzia, senza aver mai avuto un progetto politico credibile, incapace di coinvolgere gli stessi componenti di maggioranza in continua guerra fra loro e con una girandola di assessori nominati e rimossi senza alcuna motivazione politica.
Questo paventato dialogo con i democratici, però, fa storcere il muso a iscritti e simpatizzanti che vedrebbero meglio un accordo col Pdl.
Non vedo perché i nostri elettori ed iscritti dovrebbero non condividere rapporti politici seri con il Pd come con il Pdl. La linea politica nazionale del partito è quella di essere al centro di uno schieramento parlamentare, in questo periodo storico, confuso, fatto da aggregazioni posticce e pasticciate, sia a destra che a sinistra. Sul territorio la discriminante dell’Udc, una volta stabiliti i confini politici entro i quali muoversi, è sui programmi e sui progetti politici seri che devono andare incontro alle esigenze dei cittadini.
A proposito tra Udc e Pdl ci sono ancora margini d’intesa dopo la rottura?
Noi siamo disponibili al confronto con tutte le forze politiche. Con loro ci confronteremo su programmi e contenuti che l’Udc elaborerà nell’interesse del paese. Non ci sono, né ci saranno, discriminanti perché la politica trascende i rapporti personali. A me è stato insegnato che la politica non si fa con i sentimenti o con i risentimenti ma avendo come stella polare il bene comune.
Come giudica l’avere scelto di andare da soli alle Provinciali?
E’ lo sbocco naturale del percorso politico iniziato con le elezioni nazionali del 2008.
Laddove è possibile andremo da soli per rimarcare la nostra distanza da schieramenti politici che riteniamo inidonei a rappresentare la complessa realtà politica italiana, schieramenti nati intorno alla figura di un leader carismatico o per necessità elettorali, che alle prime difficoltà inevitabilmente tendono ad implodere. Il nostro partito è fortemente motivato da valori condivisi ed inalienabili, ispirati alla dottrina sociale cristiana, radicato sul territorio anche per l’egregio lavoro fatto da uomini come Trematerra, Occhiuto, Tassone che hanno dimostrato, e dimostrano, l’attaccamento al territorio anche nei loro ruoli nazionali. Abbiamo un validissimo candidato presidente, l’on.Occhiuto, di cui conosciamo il valore politico e lo spessore culturale, che giocherà la nostra partita non come semplice terzo incomodo ma come vero protagonista ed in politica, come si sa, mai dire impossibile.

PUBBLICATO 09/03/2009

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