Si  perdono circa  30 posti di lavoro nelle Istituzioni Scolastiche del territorio di Acri, per effetto del piano di dimensionamento della rete scolastica approvato dall’Amministrazione Comunale di Acri .
è stato approvato  in modo arrogante e presuntuoso evitando il confronto e il dialogo con gli addetti ai lavori (personale della scuola e sindacati) e  rifiutando di prendere in considerazione e vagliare altre proposte alternative, avanzate da più parti,  che sicuramente avrebbero recato  meno danni. 
A differenza di altre realtà territoriali della provincia di Cosenza si è preferito agire da soli con chiusura,  guidati solo da  una logica di  puro campanilismo ideologico e di  interessi  elettorali. Per riparare  danni precedentemente provocati (vedi demolizione scuola media Padula), si è preferito l'accorpamento orizzontale delle scuole medie Padula e Leonardo da Vinci, rispetto a quello verticale, smembrando di conseguenza un intero  circolo didattico senza rendersi conto che ciò, grazie anche alla riforma Gelmini, origine di tutti i mali, crea di fatto una drastica riduzione del numero delle  classi, rendendole di fatto più numerose ( 27 alunni), con conseguente riduzione degli organici, con perdita di posti di lavoro e  peggioramento dell'offerta formativa e didattica.
Per dimostrare ciò basta guardare i nuovi  parametri ministeriali previsti per la formazione delle classi ,  il nuovo quadro orario delle materie, il  numero di alunni previsti per l’anno scolastico 2009/10,  ed è facile capire che ci sarà  una riduzione di circa 20 cattedre nella scuola media e di altri 10 posti tra personale ATA e docenti infanzia e primaria per effetto  della divisione del I° Circolo Didattico.
Nel presentare il piano approvato l’Amministrazione, tra l'altro, ha dichiarato che la verticalizzazione  a “Là Mucone”  “ si è resa necessaria per dare una risposta alle esigenze formative di un territorio  con peculiarità culturali e identità proprie”.
Per noi  il diritto allo studio si garantisce con la presenza essenziale dei plessi scolastici, dei docenti e dei servizi essenziali, anche senza la presenza  di una dirigenza e degli uffici di segreteria, cosi come è stato in questi anni, garantendo  alle famiglie della  zona di “Là Mucone” (che a nostro avviso hanno la stessa identità culturale del resto della popolazione acrese, forse qualcuno si è confuso con la comunità italo- albanese) la stessa offerta formativa e didattica garantita su tutto il territorio di Acri.
Si è voluto costituire  un'autonomia scolastica che già in partenza non ha i numeri per sopravvivere, infatti, dai dati ufficiali forniti dalle scuole gli alunni risultano 299,  e non  303,  come comunicato dall'Amministrazione Comunale (che sostiene di averli contati uno ad uno); tale  autonomia, oltre a non avere risorse adeguate per le spese di  funzionamento da parte del MIUR, considerato l'esiguo numero di docenti in organico di diritto, con molta probabilità è destinata a scomparire per  essere di nuovo accorpata in un prossimo futuro.

OLTRE AL DANNO LA BEFFA!

	Per la superficialità e l'incompetenza di una classe politica inadeguata a gestire questa situazione, dal prossimo mese di settembre la riduzione dei posti di lavoro comporterà un danno enorme alla già fragile economia acrese che non si può permettere di perdere nemmeno una sola unità lavorativa; molti docenti dovranno ritornare a percorrere centinaia di km al giorno per mantenere il proprio posto di lavoro  e gli alunni saranno sempre più  numerosi in aule che non sempre risultano adeguate.