Il PdCI di Cosenza esprime l'incondizionata e totale solidarietà verso il suo Segretario Provinciale Tonino Morrone in merito alla vicenda, che ormai ha assunto a nostro parere proporzioni eccessive e connotazioni Pirandelliane, che lo vede accusato a mezzo di querela dall'ex assessore, ma a questo punto supponiamo anche ex compagno, Salvatore Montalto. Quest'ultimo sostiene, con la logica di chi si sente spodestato e intraprende azioni ritorsive inutili e prive di ogni intelligente finalità, di aver subito una presunta "violazione della privacy" per le affermazioni fatte da Morrone nella recente conferenza stampa, indetta dal PdCI, in occasione dell'avvicendamento che ha sancito la rimozione dello stesso Montalto dalla carica assessorile a favore dell'attuale neo assessore Mino Cerenzia.
In quella circostanza il Segretario Provinciale del PdCI avrebbe giustificato la necessità dell'avvicendamento con il fatto che il compagno Montalto sarebbe stato impedito e limitato nel suo operato e nella partecipazione alle attività politiche, dai suoi molteplici problemi personali e di salute.
Ebbene, ferma restando la necessità di lasciare al Giudice penale la valutazione sulla veridicità o meno di tali accuse e sulla loro eventuale configurabilità come reato, va detto che il compagno Morrone, anche qualora avesse affermato quanto lamentato dal Montalto, altro non avrebbe fatto se non utilizzare le medesime "motivazioni" più volte addotte dallo stesso Montalto, in seno al Partito e dinanzi ad un elevato numero di compagni, al fine di dare una qualche giustificazione al suo scarso impegno ed alla sua reiterata assenza dalle attività di Partito.
In buona sostanza, a rendere di dominio pubblico le proprie problematiche personali è stato lo stesso Montalto!
Ormai in politica si é diffuso il malcostume, da parte di chi perde una qualche posizione di privilegio personale, di battersi con tutti i mezzi disponibili al fine di punire i responsabili, o presunti tali, di quelli che invece sono invece veri e propri fallimenti personali;
Montalto, evidentemente, non si è voluto sottrarre a tale malcostume!
Diventa molto semplice, troppo semplice, scaricare le responsabilità sugli altri, dimenticando che una sana autocritica gioverebbe molto di più alle proprie sorti. Noi comunisti non abbiamo mai accettato questi atteggiamenti; condanniamo senza diritto si replica, oggi come nel passato, chi si dovesse "affezionare troppo alla propria poltrona". Nel nostro Partito di gente così non sappiamo cosa farcene.
Nei fatti, dunque, il compagno Tonino Morrone, Segretario Provinciale ma anche Consigliere del Comune di Acri, ha solo preso atto della volontà del Partito che si era espresso democraticamente nelle riunioni di Sezione tenutesi ad Acri centro ed a San Giacomo d'Acri; da quest'ultime era emersa la perentoria volontà di sostituire un assessore che oramai aveva tagliato tutti i ponti con il Partito e che non rappresentava altri che se stesso.
La querela nei confronti di Morrone è da considerarsi, pertanto, una semplice "vendetta personale" che oltre a essere sterile ed infantile, dista indefinitamente da quello che dovrebbe essere il "modus operandi" di un vero comunista: combattere lealmente per i propri ideali senza pensare ai vantaggi personali che la politica ti può offrire.
Se questi non sono gli intenti, possiamo affermare che le strade del PdCI e del "Sig. Montalto" si dividono qui.
Non è da escludersi, infine, che l'auspicata volontà del Montalto di dirimere le questioni con il Compagno Morrone in un'aula di Tribunale, gli si ritorca contro, atteso che quest'ultimo ha già manifestato la volontà di difendere il suo operato politico, ma anche la sua immagine il suo onore ed il suo decoro, nelle sedi che riterrà più opportune, non ultime quelle giudiziarie.