In una fredda giornata di autunno, intiepidita da lucenti raggi di sole , mi sono ritrovato in un labirinto di vicoli, piazzette e viuzze: ero a Venezia.
Un luogo incantevole fatto di mille colori, di migliaia di persone, di voci, di suoni, che non riuscirei a paragonare a nessun altro stimolo di cui ho fatto esperienza in altre città. In questa moltitudine di gente ho scorto, in alcuni della sete di cultura, in altri la ricerca di se stessi, in altri ancora la ricerca del proprio destino e in altri in fine, solo un luogo da visitare per restare incantati dal suo splendore.
In questa città si può assaporare il gusto della vita, si respira nell'aria una libertà di pensiero, di espressione, di cultura che penso poche altre città esprimano.
Nel passeggiare non potevano non imprimersi nella mia memoria i colori pastello dei tanti palazzi che sembrano accavallarsi uno sull'altro; le tante "vere da pozzo" che identificano ogni singolo "campo" o piazza della città; i particolarissimi ponticelli che uniscono tra loro quelle che nel passato erano tante isole.
Tutto questo è Venezia città cosmopolita, patrimonio alla portata di tutti e nello stesso tempo fragile creatura nelle mani di "pochi".
Culla di cultura e nello stesso tempo di un consumismo sfrenato, città dalle mille contraddizioni dove nella solitudine della notte rivela la sua immagine più vera non priva di quell'aura malinconica e triste che tanto fascino le dona.