Federalismo tra luci e ombre.
Piero Cirino
A dare il tono alla discussione è stato il sindaco Coschignano, il quale, con un esempio che è andato dritto al cuore del problema, ha spiegato che, grazie al cosiddetto federalismo fiscale, l’ultima trimestralità dei trasferimenti ordinari è stata decurtata del 70%: doveva essere di un milione di euro e ne sono arrivati appena 300 mila. Il primo cittadino si è detto sicuro che si tratti diunerrore e che non vuole neanche pensare alla possibilità che così non sia. Gran parte della discussione è stata incentrata comunque sulla sanità regionale, autentico pozzo di San Patrizio, con una voragine di debiti non quantificabile e cittadini costretti a rivolgersi a strutture di altre regioni per determinate patologie e interventi. Ha introdotto la discussione Mario Fusaro, che ha partitamente illustrato i rischi cui va incontro una regione come quella calabrese, che denotava punti di sofferenza ancor prima dell’introduzio - ne del federalismo fiscale. Michele Trematerra ha chiesto e si è chiesto di chi siano le responsabilità di questa immensa massa debitoria. Il capogruppo dell’Udc ha spiegato che, all’epoca del centro – destra, l’assessore Luzzo certificò debiti per un importo di gran lunga inferiore rispetto alle cifre che circolano ora. Gli ha risposto Tommasi, per il quale è impensabile che la quasi totalità dei debiti siano da ascrivere alla gestione del centrosinistra, cioè agli ultimi tre anni e mezzo. L’ex assessore regionale all’Ambiente si è poi chiesto perché il federalismo si limiti unicamente al fisco e non ci sia, ad esempio, un federalismo energetico, dal quale la Calabria avrebbe tutto da guadagnare. Maurizio Feraudo ha poi spiegato il perché si renda necessaria una manovra di rientro, che sarà fatta dalla Regione, altrimenti provvederà a farla un commissario nominato dal governo. Dei rischi di un eccessiva concentrazione di potere, fino all’accorpamento tra quello legislativo e quello esecutivo, nelle mani del presidente Berlusconi ha parlato il Sen. Bruno, che ha stigmatizzato anche la mancanza di una certa autonomia regionale dei parlamentari calabresi del centro–destra. A tirare le somme della discussione è stato Pietro Giamborrino, che mastica ormai da diverso tempo pane e sanità. Il consigliere regionale del Pd si è soffermato sulla fotografia attuale del comparto sanitario calabrese. Dietro i toni preoccupati, c’è la consapevolezza che qualcosa stavolta bisogna fare, e che bisogna farla subito. Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 09-11-2008 |
PUBBLICATO 09/11/2008
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