"La mia America e la sua".
Angelo Sposato
Invece, la mia cultura alternativa su questo sconfinato Paese mi viene dalla letteratura, dal cinema e dall'arte. Leggendo i libri di scrittori come Steinbeck, Faulkner, Fitzgerald, Miller, come tutta la Beat Generation, Kerouac, Ferlinghetti, Ginsberg, Corso, Burroughs, oppure Hammitt, Ellroy, Fante ed ancora Mailer, Lethem, Auster, Roth, Lansdale, Bunker. Ed ancora il cinema di Altman, Coppola, Scorsese, De Palma, Stone, Cimino, Spike Lee, Pekinpah, Ashby, Friedkin, Corman, Penn, Cassavetes, Allen, Fosse, Tarantino, fratelli Coen, Eastwood. La musica rock da Janis Joplin, ai Doors, ai Bird, ai Pearl Jam, ai White Stripes. Il jazz di Charlie Parker e di Miles Davis, il blues di Bo Diddley, Muddy Waters, John Lee Hooker. Il punk dei Ramones dei Bad Religion dei Social Distortion. Le canzoni di Dylan, di Waits, di Springsteen, di Lou Reed. La mia passione per la Pop Art, Andy Warhol, Basquiat, il poeta della factory Gerard Malanga. Quindi il mio anti-americanismo è solo inquadrato in un contesto politico- sociale da molti criticato, e qui le voglio risparmiare la lezione di storia. A questo proposito viene bene la cittadina di Tijuana e l'universo che ci gira intorno, il dramma dei messicani e sudamericani vittime della sopraffazione statunitense. Se non lo ha fatto, si legga il libro dello scrittore uruguaiano Eduardo Galeano "Le vene aperte dell'America Latina", edito da Sperling and Kupfer. Purtroppo, il suo scritto è puerile, confuso e qualunquista, radente la volgarità per il riferimento personale della famiglia in cui sono cresciuto, la quale mi ha insegnato il rispetto degli altri e non mi ha inculcato nessun pregiudizio, se non quello nei confronti delle persone sciocche come lei. La lettura delle sue baggianate mi ha fatto sentire "sotto attacco dell'idiozia", cosa che accade spesso ad Acri. Per cominciare lei definisce "baracconi" quelle che io ho definito "officine di infissi e termocamini", offendendo, lei, quelli che ad Acri operano in questi settori. Lei che vive da decenni a Milano, anche se ho il dubbio che sia un'altra persona ben più nota in città, afferma gratuitamente che il nostro sindaco fa bene ad andare negli Usa a promuovere situazioni che ad Acri non esistono, cosa che non succede solo una volta, ed altrettante volte fa imbestialire molti altri suoi concittadini, oltre me. Forse, lei manca da Acri da molto tempo, e non sa che nel frattempo non si è fatto nulla per il suo sviluppo. Il sindaco ha invitato i cittadini di Nutley e Belleville ad approfittare delle nostre attività culturali, turistiche e produttive. Signor Ferraro si svegli, ad Acri non esiste nulla di tutto ciò che il sindaco ha improvvisato oltre oceano! Secondo il mio parere, il gemellaggio con altri luoghi, l'interscambio, dovrebbe avvenire su delle basi più tangibili, per esempio attraverso i nostri letterati più illustri, Padula e Arena, cercare scambi con i luoghi natali di qualche poeta americano, o con ambienti letterari newyorkesi, frequentati dall'Arena. Per arrivare, poi, forse, chi lo sa, ad un reale sviluppo turistico, economico e culturale da proporre. Consideri, comunque, che il valore dell'interscambio deve essere sempre notevole, specie se riferito ai giovani, quindi perché non cercare luoghi che ci insegnino la solidarietà, la diversità. Applicarsi verso realtà più attente alla vita delle persone e non agli alberghi. Però, continuando sulla linea degli sputacchi che mi ha rivolto attraverso il suo scritto, io spero che ad Acri arrivino turisti ed acresi di ritorno stabilmente dall'emigrazione, sa signor Ferraro io sono un tipo che ama divertirsi, mi piace la confusione, tanta gente, e tutto sommato vorrei continuare a viverci in questo posto. Poi lei mi accusa di aver assecondato, in un certo senso, l'assistenzialismo ed il parassitismo sociale nella nostra città. Quando tutto questo apparato nasceva negli anni ottanta, io ero un bambino che pensava a giocare a pallone, quando invece si affermava definitivamente io vivevo, per undici anni, in un'altra città. Come può dire una cosa del genere ad un figlio di emigranti, nato e cresciuto per diversi anni in un altro Stato! Signor Ferraro, ma ha capito che io ho trentatre anni e non sessanta? Per concludere, stufandomi di scrivere una risposta ad una persona come lei, le cui parole sembrano ricavate dall'orifizio, le voglio dire che le cose che io scrivo non sono dettate dal caso, vivendo ad Acri mi prodigo a partecipare alla vita della nostra comunità, esprimendo a chiare lettere le mie opinioni, ed occupandomi di contestare in prima linea la scelleratezza della nostra classe politica, responsabile in percentuale massima, lo ripeto, della smobilitazione di questo paese. Signor Ferraro si immaginava che da uno come me potesse imparare così tante cose? Nel caso che lei sia veramente il suo nome e cognome, la prossima volta adoperi la lingua per gustarsi i piaceri della vita e non per scrivere e spargere saliva. |
PUBBLICATO 04/11/2008
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