Ieri, 25 Ottobre 2008, i ragazzi di Acri sono scesi in piazza per manifestare contro una riforma che non possiamo accettare e che non condivideremo mai. Perchè va contro i nostri diritti e il nostro futuro, perchè ci renderà un pò più ignoranti e quindi più controllabili. Non vogliamo e impediremo di diventare massa: non siamo gioventù bruciata ma pensante e resisteremo a quei fuochi che cercano sempre di buttarci addosso.
La scuola, e soprattutto la cultura, è per tutti, non può essere privatizzata perchè ogni cittadino di una Repubblica libera deve poter avere un'istruzione gratuita indipendentemente dal suo conto in banca.
E così ci siamo ritrovati a discutere in un dibattito, esprimendo le nostre idee, cercando di non farle diventare solo rumore, ma voci che in coro potranno contribuire alla formazione di un futuro migliore.
Non ci importa se la Gelmini dice che non tornerà indietro, che tutto ciò che facciamo è inutile, che non la colpirà minimamente; noi sappiamo che non potranno ignorarci per sempre, siamo più che certi che se continuiamo in questo modo, se riusciremo a resistere ed essere più forti di loro, che vogliono controllarci, alla fine sicuramente qualcuno dovrà arrendersi, e quel qualcuno non siamo noi.
E non è vero che essendo di Acri non verremo mai ascoltati e perciò è inutile anche solo provare a farci sentire. La riforma non colpirà solo le grandi città, non colpirà solo Roma, Milano, Firenze; colpirà TUTTA l'Italia, e TUTTA l'Italia, dalla più grande città al più piccolo paesino, dovrà contribuire ad opporsi a questo mostro perchè solo uniti ritorneremo a vivere nel vero termine della Democrazia, di cui oggi ci sembra aver frainteso il significato.
Purtroppo dobbiamo ammettere che l'interesse e la voglia di lottare della maggior parte delle persone presenti è stato pari a zero, in quanto la loro presenza era dettata solo dalla voglia di perdere un giorno di scuola, dimostrando una completa apatia nei confronti del loro futuro, verso il quale sanno solo chiudere gli occhi e accettare sottomessi e silenziosi un qualcosa di cui non sono nemmeno informati. E questo l'hanno dimostrato con il loro atteggiamento, partecipando attivamente alla manifestazione per le strade di Acri, ma scomparendo nel giro di qualche minuto arrivato il momento del dibattito.
Come già successo il 10, anche oggi alla fine durante il dibattito siamo rimasti davvero in pochi, ma questi pochi non si arrenderanno e continueranno a pensare e ad agire per difendere la propria dignità.
Un dovuto ringraziamento va, oltre che a tutti i ragazzi che hanno partecipato credendoci, ovviamente ai professori che sono intervenuti, alle forze dell'ordine e agli esponenti politici.